Leonardo Manera al Teatro Oscar, vive sul palco ed emoziona la platea. La rassegna “Risate da Oscar”, batte Italia Portogallo.
In una serata in un cui, una grande parte di Milano si muoveva per un San Siro che ospitava Italia Portogallo, con un entusiasmante 0 a 0, al Teatro Oscar, Leonardo Manera dava vita ad una carrellata di personaggi che incorniciavano uno spettacolo che sicuramente ha brillato più delle stelle del calcio, zeppe di sponsor e di telecamere puntate.
Manera, non ha avuto modo di risparmiarsi e si è fatto subito trovare pronto, entrando in campo… pardon… in scena senza alcun riscaldamento, ed era come sempre in forma e con la sua discrezione, classe ed educazione che contengono un grande spirito comico, irrompeva con delicatezza e conquistava la sala del Teatro Oscar gremita ed assetata di quella sarcastica comicità che Leonardo sa metter in scena coi suoi personaggi e coi suoi monologhi sin dagli novanta, e che ci ha abituato a vedere nelle più note trasmissioni televisive nazionali sulla risata, ma a teatro è diverso.
Dopo una breve presentazione, l’attore di origine milanese, ha cominciato lo show trattando temi odierni, personali, politici, umani a seconda del punto di vista del personaggio che trattava l’argomento, insomma un viaggio riflessivo e a volte drammaticamente reale che, con comicità, ha trattato argomenti attuali e con la solita tagliente ilarità vengono esaltati da una risata e non da una polemica, questo è puro cabaret.
Invece, grazie alla rassegna “Risate da Oscar”, che durerà fino a ridosso dell’estate, per ancora molti sabati avremo la possibilità di regalarci una serata dal sapore di vero cabaret, si quel cabaret che sa molto di Milano, come le origine dello stesso showman.
Ieri sera Manera ci ha deliziato con alcuni dei suoi personaggi più famosi e degli inediti da “localaccio” di cabaret, si quello che si prova nei laboratori di cabaret prima di poter essere lanciato in TV, dove le tempistiche, esigono dei ritmi collaudati e provati ovviamente in queste occasioni di arte libera e col riscontro vivo di una platea in attesa di battuta.
Il comico ha toccato il tema del razzismo con l’imitazione di un’extra comunitario, la mala sanità con l’interpretazione di un cinico chirurgo, i problemi sull’economia nazionale con la splendida interpretazione di un imprenditore veneto, la variazione negli anni della visione dell’adolescente secondo due ragazzi di stessa fattura ma con anni di creazione diversa, il ragazzo sfigato bergamasco ed il nerd/fenomeno da tastiera di oggi e poi in fine con immensa tenerezza ha trattato il tema della vecchiaia con la magistrale interpretazione dell’anziano che si vuol sentire ancora giovane e lotta contro l’invecchiamento suo e della sua vita sessuale.
Grazie ad un attore che con una sedia, qualche giacca, due parrucche ed alcuni copricapo viaggia in un’immersione di puro teatro, svolto senza neanche bere un bicchiere d’acqua tra un personaggio e l’altro e i quali vengono intermezzati dai suoi monologhi, che a tratti, ci mettono di fronte al vero Leonardo ed alla sua anima, nelle riflessioni e nelle “frecciatine” che solo in un live, si possono gustare.
Inoltre da sottolineare la splendida gommosità ed espressività del suo volto, non azzardo dicendo che potrebbe tranquillamente essere definito il Jim Carrey italiano.
Insomma, a voti alti Manera c’è abituato, ma una lode in più non fa mai male.