“IL PADRE” di Florian Zeller, è stato un vero successo sul palco del Teatro Manzoni di Milano dal 10 gennaio e questa sera sarà in scena l’ultima replica. Lo spettacolo prodotto da Goldenart Production, vede come protagonisti Alessandro Haber e Lucrezia Lante della Rovere e Paolo Giovannucci, Daniela Scarlatti, Ilaria Genatiempo, Riccardo Floris – Regia Piero Maccarinelli – Scene Gianluca Amodio – Costumi Alessandro Lai – Musiche Antonio Di Pofi – disegno Luci Umile Vainieri.
Per la trama ed altre info sullo spettacolo si richiama il nostro precedente articolo.
Non è facile spiegare come ci si sente. Non è facile far capire agli altri cosa vuol dire vivere sulla propria pelle la malattia, che ormai ti appartiene e da cui non riesci a liberartene.
Il Padre non è solo la storia di un uomo che mostra i primi sintomi del morbo di Alzheimer, ma è molto di più.
La storia di un’indipendenza, la quale gli è stata negata perchè vittima di un male, un male incurabile.
Florian Zeller riesce a descrivere una situazione che seppur tragica risulta essere leggera, quasi divertente, caratterizzata da amara e pungente ironia.
Non sarà facile far accettare alla figlia Anna, interpretata da Lucrezia Lante Della Rovere, tutto questo: lei vorrebbe solo che il padre fosse felice e tranquillo.
Ma la malattia avanza, e la soluzione migliore per il padre è quella di farlo trasferire nel grande appartamento della figlia che condivide con il marito.
Vedere soffrire le persone a cui si tiene di più al mondo e con cui hai un legame indissolubile non sarà mai facile. Un padre che non può fare affidamento ai suoi ricordi, ormai nitidi e annebbiati, ma che non è affatto deciso a rinunciare alla sua indipendenza.
Alessandro Haber trasporta con grande emozione in questo percorso triste e doloroso, facendoci assaporare tutte le sfaccettature di questa terribile malattia.
Perdere l’autonomia ed essere costretti a sottostare alle decisioni altrui vuol dire essere negati della propria libertà. Ma Andrea, il Padre, farà di tutto per sentirsi ancora un uomo libero. Non importa se a poco a poco vanno scomparendo le abilità logico-analitiche della persona, quello che conta è sentirsi liberi.
Il tema dell’Alzheimer viene affrontato con grande rispetto e delicatezza , trasmettendo emozioni e toccando fino in fondo la tematica analizzando tutte le caratteristiche della malattia.
La drammaturgia affronta temi psicologici, dando messaggi forti e significativi.
Uno spettacolo che ti coinvolge a 360 gradi, un’opera coinvolgente e a tratti ironica.
Un ruolo perfetto per l’attore dove viene messo in scena la sua mente più che il suo corpo. Tante scene che si alternano, intervallate da attimi di buio, che sta a simboleggiare la confusione e lo stato mentale del padre.
Un’interpretazione fantastica quella di Alessandro Haber in questo ruolo difficile. Un padre e una figlia, due corpi ma un unico cuore: un amore che va oltre le disgrazie della vita e che ci insegna quanto la vita sia inaspettata e bisogna sempre trovare il tempo di amare fino in fondo chi è vicino a noi.