Andrea Ortis, il Virgilio de La Divina Commedia ci parla e accompagna in un viaggio dell’incerto

Ancora pochi giorni e sul palco del Teatro Ciack di Milano tornerà in  scena la nuova versione de La Divina Commedia Opera Musical di cui tanto si sta parlando in città e della quale vi avevamo già informato nel nostro articolo di presentazione,  dove è possibile leggere tutte le notizie sullo spettacolo, rivelatosi di grande interesse non solo per gli amanti del musical, ma anche per studiosi e giovani studenti che, finalmente, possono approcciarsi ad un Opera tanto grande quanto complessa e a volte incomprensibile.

Ma di questa Opetra teatrale ce ne parla meglio il suo autore/regista Andrea Ortis, che chiude, in modo esaustivo, la triade dei principali protagonisti, avendo già inervistato Myriam Somma, interprete di Beatrice e Antonello Angiolillo, interprete di Dante. Ad Andrea Ortis abbiamo chiesto:

Domanda – La Divina Commedia ritorna in scena e lei  sarà ancora Virgilio e il regista, oltre che naturalmente l’autore di  quest’opera immensa. Immaginava tanto successo o ne sperava di più?

Risposta –  Una Precisazione co-autore dei Testi con G. Pagano. Non speravo tanto successo, non immaginavo una riuscita così trasversale e convinta. Mi spiego. Lavorare ad un testo trecentesco, il testo  per eccellenza, che fa parte di noi italiani come parte, appunto della nostra identità, è un operazione coraggiosa e difficile. Firmare una regia di fronte ad oltre 700 anni di parafrasi, di illustrazioni, di filtri artistici che ne hanno palesato a diversi livelli l’interpretazione era ed è un operazione complessa. Intellettualmente complessa. Scegliere prevede conoscenza, dire prevede proprietà, immaginare prevede libertà. Il successo non è nell’intenzione di un creativo, lo è il bisogno di far entrare nella  propria suggestione o visione ogni persona che, liberamente avrebbe, entrando a teatro deciso di partecipare, al racconto. Vedere migliaia e migliaia di persone riempire i teatri nei quali, questo libro raccontiamo, è una gioia di fanciulla fattura, inspiegabile. Percepire l’emozione di un giovane di 14 anni o di uno studioso di 90 anni è qualcosa che a tutt’oggi mi colpisce molto, spingendomi in avanti e favorendo una caratteristica potente, propria di quest’opera: il suo essere trasversale.

Domanda – Cosa ritroveremo o, se preferisce, cosa non ritroveremo della  passata edizione in questa nuova messa in scena che è stata rinnovata?

Risposta – Il percorso artistico di quest’opera è in divenire, se 700 anni di  parafrasi non sono bastati a svelare tutto, figuriamoci se può bastare qualche stagione teatrale. I linguaggi impiegati sono molteplici ed il linguaggio stesso, le sue dinamiche sociali cambiano in maniera repentina, stimolate alcune volte da leve  di evoluzione tecnologica, altre volte da moti societari che ne  dettagliano nuovi bisogni o diversi spazi. Così questa Divina Commedia Opera Musical, non insegue in maniera commerciale una obbligata necessità di cambiamento, ma si evolve. La mobilità di questo spettacolo è una mia precisa richiesta, direi un mio stile definito, anche per ciò che riguarda la direzione degli interpreti e comunque di ogni componente artistica o  tecnica di questo allestimento. La Divina Commedia Opera  Musical non è soltanto un emozione di pancia, credo sia qualcosa che si aggrappa al vissuto di molti di noi, intercettando in ogni platea migliaia di donne-Francesca, migliaia di padri-Ugolino, migliaia di uomini-Dante. Il contatto empatico che ne deriva ha in sé qualcosa di nuovo e,  puntualmente  rinnovabile.

Domanda – Perchè ha sentito la necessità di scrivere il testo di  quest’Opera adattandolo al teatro e come, secondo  lei, La Divina Commedia può parlare ai giovani di oggi nell’era dei social?

Risposta – Condivido questa risposta con gli altri autori, G. Pagano per i testi e Marco Frisina per le musiche. Ribalto la sua gentile domanda proponendone un’altra. Cosa sappiamo della Divina Commedia. Ecco. Con imbarazzo rispondiamo, solitamente “poco”, anzi in molti ne percepiamo la “pesantezza”. Ma può, la bellezza essere pesante? Può “pesare” un dipinto di Giotto, anziché una poesia del Pavese o una commedia di Eduardo? Qando rispondiamo con imbarazzo è perché ci vergogniamo un pò di non sapere di noi stessi, del genio che fa parte del nostro essere Italiani, della sensibilità che nei secoli abbiamo regalato al mondo. L’idea teatrale è la semplice e libera voglia  di  “partecipare” all’arte, al mondo, alla sua bellezza. Partecipare nel senso ampio che Gaber consegna a questa  parola. Ho letto un  libro, il Libro e come ogni lettore ho immaginato un mondo, il mio personale mondo, al quale ho dato un teatro fatto di     musica, coreografie, costumi, luci elementi scenici,  proiezioni  Visual 3D. Tutto questo non è altro che la consistenza ad un sogno. In tal senso l’era dei social non è un era muta, soprattutto, non è un era sorda. E non lo sono assolutamente i giovani. Anzi Sono proprio loro che possono parlare alla Divina Commedia e questo spettacolo  come l’arte in genere vive di uno scambio osmotico posizionato     alla pari, senza cattedre e     proprietari con l’unica voglia  dell’incontro. Questo è un libro il cui piano di ascolto è  perennemente attivo ed inclinato ad accogliere.

Domanda –  Il ruolo di Virgilio  è determinante per capire questo complicato viaggio di Dante. Accompagnerebbe, nella vita  reale, un amico in  un viaggio difficile  e pieno di incertezze?

Risposta –  Virgilio è un ruolo complesso, con moltissime sfumature e con diversi strati d’intenzione. In tal senso rispondo alla domanda sull’amico che accompagnerei volentieri, soprattutto nell’incertezza e nella difficoltà, da sempre per me terreno e  sentiero scelto. Sono un anima alla quale, spesso piace  stare solo, cammino in montagna, faccio lunghe immersioni al mare ed altrettanto spesso mi piace viaggiare nel mondo, da solo.  Come nel Virgilio di questo allestimento teatrale, però,  accompagnerei volentieri un amico, anche uno sconosciuto, a patto di farlo alla pari, zaino in spalla, nessuno guida nessuno, pronto a qualsiasi incerta cosa ci aspetti soprattutto se fuori rotta. L’incertezza è uno stato che ricerco.

Grazie ad Andrea Ortis per averci dedicato il suo prezioso tempo con così tanto impegno, cosa che ci ha permesso di vedere più chiaramente alcuni aspetti di questo spettacolo e delle cui indicazioni ne faremo tesoro per meglio capire l’Opera de La Divina Commedia,  che lui interpreta e dirige con grande passione e professionalità.