MILANO – La nuova edizione dell’Atelier Musicale, la storica rassegna in bilico tra jazz, classica e musica contemporanea organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio, si aprirà con un evento veramente imperdibile: l’incontro tra due personaggi di altissimo livello della Milano musicale e della cultura quali Roberto Vecchioni ed Enrico Intra, incontro che esemplifica il sottotitolo (“Da un mondo all’altro”) che caratterizza la XXVI edizione, al via sabato 5 ottobre nell’auditorium Di Vittorio della Camera del Lavoro di Milano (corso di Porta Vittoria 43; inizio concerto ore 17.30; ingresso 10 euro con tessera a 5 euro; abbonamento 80 euro) e in programma fino al prossimo mese di marzo.
In duo o in solo, Vecchioni e Intra dialogheranno attraverso la loro arte, fatta di parole e di suoni, di testi densi di significato e di musica altrettanto capace di “parlare” a chi sa ascoltarla. Il repertorio e il percorso del concerto saranno assolutamente liberi, legati alla performance e al feeling di una conversazione artistica che troverà inediti e imprevedibili momenti di incontro. Per questo è un appuntamento imperdibile, perché esce dalla precisa regia di un evento usuale per entrare nel campo dell’indeterminato, tutto costruito su una dialettica che, pur partendo da posizioni diverse, è sempre guidata da un fattore che accomuna entrambi: la musica, la melodia.
Superato il quarto di secolo di attività, l’Atelier si conferma una stagione amata e, soprattutto, unica per il lavoro di promozione dei giovani artisti, delle nuove proposte, delle donne e per la formazione del pubblico. Configurata come un vero e proprio cenacolo culturale, la rassegna propone agili programmi di sala e guide all’ascolto dei concerti che hanno un alto valore educativo e suscitano il massimo gradimento da parte del pubblico.
In questo senso sono pochissime, in Italia ma anche in Europa, le stagioni di concerti che agiscono in maniera così ampia sulla formazione degli spettatori. L’Atelier non è quindi diventato nel corso degli anni solo una manifestazione storica, ma anche un evento concertistico necessario, che rinnova i suoi programmi stagione dopo stagione, con grande attenzione per la realtà musicale che la circonda, sia in ambito jazz sia in quello classico, ma non soltanto.
Tra gli aspetti che contraddistinguono la XXVI edizione spicca, ancora una volta, il rapporto con la canzone: lo dimostra, oltre al concerto inaugurale, anche l’appuntamento dedicato alla canzone napoletana (sabato 12 ottobre), completamente rivisitata in chiave di jazz contemporaneo dal quartetto di Corrado Guarino con la voce davvero unica di Boris Savoldelli.
C’è poi un percorso singolare nel quale si affronteranno i rapporti tra il jazz e grandi autori classici e viceversa, come la riscrittura delle arie di Verdi in chiave zappiana a cura del quartetto del pianista Oscar Del Barba (11 gennaio); il progetto sulla “Sagra della primavera” di Stravinskji ripensata nel segno del jazz dai sassofonisti australiani Andy Sugg e Arun Luthra (il 25 gennaio); il singolare rapporto tra il mondo di Debussy e il jazz proposto dal pianista Gianluca Di Ienno (22 febbraio); infine, le invenzioni bachiane come avvio di un itinerario che giungerà all’improvvisazione radicale del trio Manera-Remondini-Zanchini (8 febbraio).
Dall’altra parte, il recital trasversale di Massimiliano Damerini (23 novembre) vedrà impegnato il celeberrimo pianista ligure in un programma che toccherà anche il mondo jazzistico, grazie alla presenza di Andrea Pozza, tra i più noti e apprezzati pianisti della scena jazz italiana. Tra i progetti originali e in prima esecuzione vanno ricordati il singolare “flauto ensemble” (26 ottobre) del sassofonista Giulio Visibelli, impegnato in un repertorio di autori del jazz italiano, e il progetto su Lennie Tristano (9 novembre), in occasione del centenario della nascita del geniale pianista americano, da parte di Alberto Tacchini, autentico “musicista per musicisti”.
Da segnalare, inoltre, l’esibizione della bassista Federica Michisanti, recente vincitrice del premio “Top Jazz” nella categoria nuovi talenti, leader di un trio dall’organico insolito (sabato 30 novembre), mentre nell’ambito della musica eurocolta arriveranno i giovani interpreti del duo Moretti-Carcano (il 19 ottobre) e l’Ensemble Giovanile del Conservatorio di Monopoli (14 marzo): un segnale di continuità con le ultime edizioni dell’Atelier, nel corso delle quali sono state ospitate analoghe formazioni, frutto dell’eccellenza didattica italiana.
Due appuntamenti significativi sono quelli con la musica per fiati che avranno come protagonisti il divertissement per clarinetto del duo composto da Fabrizio Meloni e Takahiro Joshikawa (18 gennaio) e il quintetto “Goffredo Petrassi” (il 15 febbraio), alle prese con un repertorio tutto novecentesco. Ci sarà poi l’omaggio al mondo di Erik Satie nella performance della pianista Daniela Manusardi (16 novembre). Infine, la multimedialità del rapporto musica-immagine sarà il cuore dell’evento dedicato a Hugo Pratt dal fotografo Pino Ninfa (il 7 marzo), sulle cui immagini improvviseranno i jazzisti Giovanni Falzone (tromba) e Alessandro Rossi (batteria).
Come si può vedere, dunque, anche in questa nuova stagione l’Atelier investe in idee, formazione e progetti inediti, distinguendosi per la qualità complessiva della proposta e la sensibilità nei confronti dell’intero panorama musicale, al di là delle mode (che passano) e dei nomi “evento” così popolari nella superficiale offerta culturale contemporanea.