Reduce dei successi riscossi in diversi teatri italiani già dalla passata stagione teatrale, è arrivato sulla scena milanese (Teatro Out Off) lo spettacolo biografico “Dio Arriverà all’Alba“, un omaggio di Antonio Sebastian Nobili, regista e direttore dell’Accademia di recitazione TeatroSenzaTempo, tributato alla grande ed amata poetessa milanese Alda Merini nel decennale della sua morte (avvenuto il 1° novembre del 2009) e nel quarantennale dall’emanazione della Legge Basaglia, che sanciva la chiusura dei manicomi.
Di questo spettacolo ve ne avevamo già parlato nel nostro precedente articolo, al quale vi rimandiamo per altre notizie.
Il suo autore Antonio Sebastian Nobili, nello scrivere questo testo, così come solo un poeta può fare, con delicatezza ma anche con originalità, ha scavato nell’intimo della poetessa scomparsa facendo emergere tutte quelle sue sensazioni nascoste. E’ da ciò che trae forza la sua opera teatrale, a cui fa eco la poesia “Accarezzami” di Alda Merini:
Accarezzami, amore ma come il sole che tocca la dolce fronte della luna. Non venirmi a molestare anche tu con quelle sciocche ricerche sulle tracce del divino. Dio arriverà all’alba se io sarò tra le tue braccia.
Nell’andare a vedere questo spettacolo ci si aspetta di immergersi nelle poesie meriniane, mentre invece ci si tuffa nel suo quotidiano, nella sua “follia”, attraverso la quale abbracciava il mondo a lei circostante, lasciando trasparire tutta la sua sofferenza che talvolta con ferocia, come in una maledizione, le si avventava contro.
Lei stessa era solita affermare che il poeta sente più degli altri la sofferenza della vita e poi la esprime in parole come in una sorta di catarsi personale che lei offriva per amore a chi la leggeva e l’ascoltava.
E’ stata questa sua capacità che l’ha fatta amare e se n’è avuta dimostrazione in occasione dei suoi funerali avvenuti nel Duomo di Milano, dove tra le navate si era assiepata una folla di persone, che senza mai averla incontrata, voleva esserle riconoscente per tutte quelle emozioni provate e i momenti di riflessione scaturiti nel leggere le sue poesie penetranti fino nell’anima.
Lo spettacolo, diviso in tre atti, narra due storie d’amore, quella di Anna e Arnaldo e quella di Alda e Paolo: una carnale e passionale, l’altra eterea e profondamente intima.
Sul palco Antonella Petrone, nel ruolo di Alda Merini; Virginia Menendez nel ruolo di Anna; Valerio Villa nel ruolo di Paolo; Daniel De Rossi, nel ruolo di Arnoldo; Alberto Albertino, nel ruolo del Dott. Gandini; Sharon Orlandini, nel ruolo della Bambina.
La scena è semplice e ricrea una stanza, che era tutto il mondo in cui si muoveva la poetessa tra un’infinità di mozziconi di sigarette sul pavimento, pochi suppelletili, una radio, un televisore, un telefono, tanti fogli di appunti, tante scritte alle pareti e uno specchio dove ella, come nello specchio invisibile della sua anima, era solita guardarsi senza ritrovarsi.
La protagonista Antonella Petrone, esprime con forza la vibrante personalità del suo personaggio, dando carattere, ora alla dolcezza, ora alla determinazione e il lato burbero della Merini, dove però la poesia è sempre al centro dei suoi pensieri. La sua recitazione, talvolta con toni ironici e in altri dissacranti, riesce ad emozionare profondamente, rendendo credibile ogni dialogo
Anche l’interpretazione di Sharon Orlandini, nel ruolo della Bambina, è sublime e perfetta riuscendo a rendere il pathos di un aspetto interiore, non trascurabile, della poetessa. Gli altri attori in scena danno vita ai loro personaggi con naturalezza e sono tutti ottimamente all’altezza dei loro ruoli.
Provocano momenti di intensa emozione i dialoghi in cui la poetessa si confronta con la sua anima bambina sfogando nel pianto le sue ansie e le sue paure. Si comprende come in lei l’amore senza tempo sovrasta l’intera sua vita e, come un fantasma, ritorna tormentandola al calare della notte.
Concludendo, il valore dello spettacolo sta proprio nell’aver reso ancora più chiare tutte le sfumature delle parole uscite dai pensieri della Merini, grazie alla non comune sensibilità del suo autore Antonio S. Nobili, e anche alla perfetta intepretazione sia della protagonista che del resto del cast.
Lo spettatore viene immerso in uno spaccato della quodidianità della poetessa in quell’appartamento sui Navigli milanesi, dove ha coltivato e fatto nascere l’amore e la poesia pur lottando ogni giorno con i ricordi della sofferenza della sua vita soprattutto degli anni trascorsi nel manicomio.
A fine spettacolo arrivano lunghi e intensi applausi dal pubblico, mentre Alda Merini sembra essere presente e compiaciuta su quel palco, come se fosse rivissuta per continuare a declinare i suoi versi generando un turbinio di emozioni che ci accompagnano anche fuori dal teatro.
Si ricorda che dello spettacolo è stato pubblicato l’omonimo libro, disponibile su Amazon e del quale se ne consiglia la lettura per una maggiore comprensione. Tra l’altro potrebbe essere un ottima occasione di regalo proprio nell’approssimarsi della ricorrenza del Natale.
Infine, ma non ultimo, si ricorda anche che parte dei proventi dello spettacolo, saranno devoluti in beneficenza al Progetto Itaca, che supporta le famiglie di persone affette da patologie psichiatriche.
Sebastiano Di Mauro nasce ad Acireale (CT) nel 1954 dove ha vissuto fino a circa 18 anni. Dopo si trasferisce, per brevi periodi, prima a Roma, poi a Piacenza e infine a Milano dove vive, ininterrottamente dal 1974. Ha lavorato per lunghi anni alle dipendenze dello Stato. Nel 2006, per strane coincidenze, decide di dedicarsi al giornalismo online occupandosi prima di una redazione a Como e successivamente a Milano e Genova, coordinando diverse redazioni nazionali. Attualmente ha l’incarico di caporedattore di questa testata e coordina anche le altre testate del Gruppo MWG e i vari collaboratori sul territorio nazionale.