Ha debuttato ieri sera e replicherà fino al 16 febbraio sul palco del Teatro Manzoni di Milano The Deep Blue Sea con la regia di Luca Zingaretti, già presentato con il nostro precedente articolo, a cui vi rimandiano per trama, cast, orari e prezzi.
Lo spettacolo è una rielaborazione del testo di Terence Rattigan che induce lo spettatore a numerose riflessioni perchè scandaglia l’animo umano e va in profondità come nell’abisso del mare che il titolo richiama.
Luisa Ranieri da vita a Hester Collyer con grande forza rendendo credibile il suo personaggio, anche se alcuni tratti rimangono nell’ombra e non si riesce pienamente a penetrare ed eplorare il suo animo irrequieto e insoddisfatto, che fin dalla prima scena viene messo in risalto dopo il tentativo di suidicio. La donna, reduce di un matrimonio fallito, nonostante il facoltoso ex marito continui ad amarla, è alla ricerca di un una amore passionale e spera di trovarlo in un giovane amante ma anche questo la deluderà.
Il cast che affianca la protagonista è composto da validissimi attori, tra cui eccelle Giovanni Anzaldo che nei panni di Freddie Page è perfetto e, con i suoi dialoghi intensi e spesso urlati, riesce a far trasparire tutto il travaglio interiore del suo personaggio, così come il suo disagio nell’affrontare la realtà della vita, senza riuscire veramente ad amalgamarsi con la persona che ama. Egli, incapace di gestire le sue emozioni, sfugge alla pressioni di lei accettando un lavoro che lo porterà lontano dalla sua amata.
Molto interessante, il personaggio di Mr. Miller, un ex dottore radiato dall’albo, a cui da vita Aldo Ottobrino che attraverso una composta recitazione, con il suo spiccato talento, mette ben in evidenza il suo ruolo non affatto marginale. E’ infatti lui che bilancia le insicurezze della coppia di amanti e, comprendendo il bisogno di Hester, dopo averla salvata le darà una realistica prospettiva ed un concreto appiglio sul quale ricostruire una nuova vita.
La narrazione lascia spazio al tipico umorismo inglese che non va oltre il convenzionale ed è sempre molto raffinato tanto da non far scaturire mai delle vere risate.
la regia di Luca Zingaretti, che per la prima volta dirige la moglie, è sicuramente fedele al testo, ma peccato non abbia voluto introdurre scelte registiche che avrebbero potuto amplificare e far emergere meglio il dramma che si consumava sulla scena, che invece viene sfumato e non percepito pienamente da tutto il pubblico.
La scenografia di Carmelo Giammello è funzionale e gradevole e riproduce molto bene un loft in stile inglese, dove si svolgono tutte le scene: la porta d’ingresso al centro, dalla quale entrano ed escono tutti gli attori in scena e due porte laterali che lasciano immaginare una cucina ed una camera da letto. Molto bella la vetrata che lascia intravedere un rigoglioso giardino.
A fine spettacolo sono arrivati copiosi i meritati applausi per l’intero cast, che più volte è ritornato sul proscenio a ringraziare il pubblico. Non si è compreso il perchè il regista, che pure era presente in teatro, non sia salito sul palco a ringraziare il caloroso pubblico, come si conviene ad una prima, specie di un teatro importante come il Manzoni di Milano.
Se amate questo genere se ne consiglia la visione!
Durata dello spettacolo: 1 ora e 40 minuti.
Sebastiano Di Mauro nasce ad Acireale (CT) nel 1954 dove ha vissuto fino a circa 18 anni. Dopo si trasferisce, per brevi periodi, prima a Roma, poi a Piacenza e infine a Milano dove vive, ininterrottamente dal 1974. Ha lavorato per lunghi anni alle dipendenze dello Stato. Nel 2006, per strane coincidenze, decide di dedicarsi al giornalismo online occupandosi prima di una redazione a Como e successivamente a Milano e Genova, coordinando diverse redazioni nazionali. Attualmente ha l’incarico di caporedattore di questa testata e coordina anche le altre testate del Gruppo MWG e i vari collaboratori sul territorio nazionale.