UTØYA, riflessione su una strage contemporanea – al Teatro Litta fino al 16 febbraio

Il palco del teatro Litta mette in scena dal 11 al 16 febbraio UTØYA, nato dalla penna di Edoardo Erba con la consulenza di Luca Mariani, autore de Il silenzio sugli innocenti e per la regia di Serena Sinigaglia.

Per altre notizie sullo spettacolo, trama, orari e prezzi, vedi il nostro articolo di presentazione.

LA RECENSIONE:
Arianna Scommegna
e Mattia Fabris, con maestría e poliedricità, ci riportano al 22 luglio del 2011, facendoci rivivere, attraverso uno spaccato della società norvegese, la strage di Utøya.

Tre coppie differenti, tre sfaccettature diverse della stessa società norvegese, ignari di quello che sta succedendo, mostrano le falle politiche e culturali di un popolo che si ritiene perfetto. Se pur con gradi di istruzione diversi, sia il colto professore e sua moglie, sia il poliziotto e la sua sottoposta che i due fratelli contadini, concordano inconsciamente che la strage, in una società avanzata e apparentemente senza difetti, possa essere solamente attuata da un terrorista islamico.


La regolare ma allo stesso tempo disordinata foresta scandinava, ospita le vicissitudini di queste tre coppie spettatrice e allo stesso tempo protagonisti, complici e vittime di una strage che si sta attuando. Un climax ascendente con picchi di tristezza e commozione, accompagnata da battute ad effetto, regalerà un’atmosfera di incertezza sull’accaduto. Un fumo nebuloso, metafora di una società che sembra inconsapevole che i problemi non sempre sono generati esternamente ma spesso internamente, renderà l’atmosfera ricca di suspense e colpi di scena.

La strage di UTØYA per opera di un norvegese, un vicino, un uomo comune ma fanatico politico, anti-islamista, razzista e di estrema destra causò la morte di 69 persone. L’opera dà inizio ad una riflessione su ciò che siamo e sulla società che stiamo costruendo. Un monito viene lanciato dal palco, una denuncia sociale verso il razzismo, la paura del diverso, la presunzione di essere perfetti. Un monito che difficilmente non verrà colto, attraverso un viaggio di emozioni e commozione.