Milano 4 settembre 2020 – «Questa terra porta qui stasera le sue ferite, i suoi troppi morti, i troppi malati», ma anche «le umiliazioni dell’impotenza», «le meschinità delle beghe, le banalità dei discorsi, le contrapposizioni pretestuose, mentre sarebbe necessaria una alleanza, una coralità per affrontare insieme le sfide e le lacrime di questo tempo».
Sono alcuni passaggi del breve saluto che l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, rivolgerà ai presenti questa sera in Duomo, in occasione della Messa da Requiem di Verdi in memoria delle vittime della pandemia, eseguita da Coro e Orchestra della Scala. L’evento, promosso da Teatro alla Scala, Veneranda Fabbrica del Duomo e Comune di Milano, vede come ospite d’onore il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Nel suo messaggio, l’Arcivescovo sottolinea che «questa terra esprime questa sera anche la sua fierezza nelle eccellenze che la caratterizzano: la Scala e il Duomo», «per gli eroismi che anche nei momenti drammatici si sono moltiplicati», «per le forme di solidarietà che hanno fatto tutto il possibile per non lasciare nessuno da solo».
«Questa terra dice questa sera anche la sua preghiera, perché sa di aver molto ricevuto e sa di non bastare a se stessa, di non potersi dare la vita e di non poter sconfiggere la morte», sottolinea ancora mons. Delpini, prima di concludere ringraziando il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella per «la sua vicinanza alla gente e alle terre più tribolate» e la «parola sapiente, incoraggiante, capace di creare consenso».