Milano, settembre 2021 – Un viaggio fotografico per documentare due mondi apparentemente lontani fra loro, ma per tanti aspetti invece molto simili e complementari: quello delle monache di clausura e quello delle detenute. Il tutto senza alcuna morbosa curiosità e senza pregiudizi, ma anzi con grande sensibilità e attenzione. Monasteri e carceri sono dunque il focus della mostra “Un mondo ‘dentro’ – Clausura e carcere”, a cura di Eliana Gagliardoni, che sarà inaugurata lunedì 6 settembre nella Basilica di San Carlo al Corso, situata nell’omonima piazza, lungo il corso Vittorio Emanuele, a Milano.
Per la realizzazione di questo progetto, che ha richiesto oltre un anno di lavoro, Eliana Gagliardoni ha fotografato le monache di clausura di tre monasteri – due dell’ordine delle Benedettine e uno dell’ordine delle Carmelitane -, per la precisione il Monastero di San Benedetto di Via Bellotti, a Milano, la comunità monastica delle Benedettine dell’abbazia di Viboldone, frazione di San Giuliano Milanese, e il Monastero di Santa Maria del Monte Carmelo di Concenedo, in provincia di Lecco. Pochissimi fotografi hanno avuto il permesso di entrare in un monastero per fotografare la clausura e, in questo senso, Eliana Gagliardoni è stata forse l’unica ad aver ottenuto questo privilegio grazie alla speciale concessione fattale dal Vicario Episcopale della Diocesi di Milano. Dopo aver ricevuto l’autorizzazione da parte del Ministero di Grazia e Giustizia di Roma, la Gagliardoni è entrata infine anche nel carcere di Bollate, all’interno del quale ha ritratto donne detenute.
Dall’accostamento inedito tra queste due realtà nasce quindi l’idea di dar vita alla mostra “Un mondo ‘dentro’”, già proposta con grande successo nel gennaio del 2020 nella Sala dell’Antico Oratorio della Passione della Basilica di Sant’Ambrogio e ora, a distanza di quasi due anni, allestita nuovamente nella cornice di un’altra location ecclesiastica di grande pregio nel centro di Milano. “Al di là di alte mura e finestre con sbarre che lo sguardo non può oltrepassare – spiega Eliana Gagliardoni – esistono vite, realtà nascoste. Sono vite che incuriosiscono, talvolta insospettiscono o generano opinioni pregiudizievoli. Quante persone, come me, si sono chieste quale sia il senso di una vita da recluse? Monache di clausura e donne detenute: l’accostamento potrebbe sembrare una forzatura, ma la possibilità di una ‘crescita interiore’, sebbene parta e progredisca in contesti diversissimi e contrapposti, si rivela una grande occasione per entrambe. Si tratta di due mondi apparentemente distinti e lontani, ma invisibilmente connessi da un potente strumento: la Preghiera. Le monache di clausura pregano, non solo per sé stesse, ma anche per chi chiede un aiuto e, in tal senso, pregano soprattutto per chi vive un regime detentivo, mantenendo spesso relazioni epistolari con uomini e donne recluse”.
A Eliana Gagliardoni è stata concessa l’opportunità di conoscere tutte queste donne, di varcare le porte dei loro ‟mondi” e di condividere per qualche ora la loro esperienza. Attraverso questo progetto, reso possibile grazie al prezioso contributo, al supporto e alla collaborazione della Caritas Ambrosiana e di Don Marco Recalcati, cappellano del carcere milanese di San Vittore, la fotografa ha potuto conoscere persone di grande levatura spirituale e persone che hanno sbagliato e stanno consapevolmente pagando per i propri errori. “Le une e le altre – conclude – mi hanno accolto con gentilezza, benevolenza e amicizia e a tutte loro, indistintamente, riservo la mia gratitudine”.
Per tutta la durata della mostra fotografica saranno in vendita sia le opere esposte sia dei cofanetti contenenti le fotografie più significative, intervallate da veline trasparenti con frasi di alto valore spirituale scritte dalle monache di clausura, che hanno partecipato e dato il loro personalissimo contributo alla realizzazione del progetto. Non manca un risvolto solidale. Al termine dell’esposizione, infatti, il ricavato di tale vendita verrà in parte devoluto a Don Marco Recalcati in favore di detenuti della casa circondariale di San Vittore particolarmente bisognosi e delle loro famiglie che, a causa della reclusione del proprio congiunto, versano in condizioni di grave disagio e difficoltà.
La mostra fotografica “Un mondo ‘dentro’” sarà visitabile fino al 19 settembre dal lunedì al sabato, dalle ore 9.30 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.30, e la domenica, dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 17.30.
L’ingresso è libero e contingentato, nel pieno rispetto del distanziamento sociale imposto dall’emergenza sanitaria.
Per maggiori informazioni: mail eliana.gagliardoni@gmail.com / phone 339 2663223 .