Sospiri, silenzi, musica e di certo poesia, vi aspettano nella proiezione in esclusiva a fine mese. E’ così, con quattro parole che voglio introdurvi il docufilm che racconta le vicissitudini, le curiosità, i retroscena e l’intrigato rapporto di Cristiano De André con il padre Fabrizio che porteranno al battesimo di vita ed artistico di un cantautore solitario, amante della vita e del sociale.
Gli argomenti e le sequenze sceniche di “De André #DeAndré Storia di un impiegato”, con regia di Roberta Lena, vi faranno subito immergere nell’atmosfera della Sardegna, della Liguria, di Milano, delle tournée, nell’intimità familiare e nel rapporto padre/figlio. E’ quest’ultimo uno dei punti cardini del docufilm e, credo, di tutta la vita del protagonista; il rapporto con la propria interiorità e le sfide diurne per affermare la propria unicità, con addosso il “pesante fardello” dell’immortale ed inevitabile paragone col padre Fabrizio De André che, indiscutibilmente, è, e sarà per sempre, uno dei cantautori più amati ed ascoltati di tutta la storia della musica.
Nel cast d’eccezione, anche Dori Ghezzi, donna che con smagliante naturalezza si concede alle storie che la vita del marito le hanno condizionato le scelte e le sensazioni delle giornate vissute tra Genova, Milano e la splendida Sardegna; viaggi, litigi, convivialità, amicizie spezzate o fiorite, artisti di fama internazionale, corse affannate o spensierate, fatiche e tante soddisfazioni, che si racchiudono in uno dei primissimi frame della proiezione, dove si legge negli occhi di Dori, la fortuna di essere la prima fan dei suoi due artisti.
Presentato fuori concorso alla 78° mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il docufilm, impatta a gamba tesa sugli scontri forti tra Cristiano e il padre, che è come se fosse a conoscenza della dote inestimabile e, con consapevolezza, volesse allenare il figlio ad avere tutte le capacità e le tecniche per poter prima comprendere e poi proseguire la dinastia dei messaggi del cantautorato italiano.
Infatti è palese già dalle prime collaborazioni tra i due, come il testo e la musica fossero la cornice indelebile del rapporto artistico che scorreva nelle loro arterie. E’ vivido nella narrazione registica il ricordo artistico, consacrato quando il padre gli commissionò l’arrangiamento di “Le acciughe fanno il pallone”, inserito nell’album “Anime salve” scritto con Ivano Fossati, accompagnando poi il padre nell’omonimo tour del 1997 e nel successivo “Mi innamoravo di tutto”. Ed è poi nell’indimenticabile e maestoso successo del Teatro Brancaccio del 1998 che avviene il passaggio del testimone dal padre al figlio.
Cristiano De André racconta le vicissitudini e l’ispirazione creativa dell’LP “Storie di un impiegato”, con tutti i retroscena e le tappe fondamentali alla produzione. La fotografia di alto livello e la qualità registica offrono una successione di avvenimenti a volte estremi altre coloriti, altre invece solitarie o, addirittura, al limite del “politicamente corretto”.
Storia di vite vissute sul cordolo della linea altalenante che separa la follia dalla genialità. In molti testi scritti da Cristiano si ascolta il potente amore per l’arte che riesce a fiorire ogni giorno della sua carriera e nelle sue creazioni musicali e come, quest’ultima, possa nascere anche nelle più inaspettate situazioni di quotidianità.
Sono momenti di un processo creativo che vengono smascherati con freschezza durante tutto il film e che si vanno ad incastonare perfettamente con il diamante creativo degli spezzoni di vita del padre.
L’artista ha ardentemente voluto portare in scena quest’opera nel 50esimo anniversario del ’68, un disco che mette in discussione le basi su cui si fonda il potere. Arrangiare “Storia di un impiegato” ha significato per Cristiano De André, riportare in auge ‘i figli della rivoluzione pacifista: l’utopia, l’anarchia, il Sogno, da una parte, il Potere, la paura, l’inabissamento delle qualità individuali a discapito delle esigenze globali, dall’altra’. Come recita il testo di “Nella mia ora di libertà”: Certo bisogna farne di strada, da una ginnastica d’obbedienza, fino ad un gesto molto più umano, che ti dia il senso della violenza, però bisogna farne altrettanta, per diventare così coglioni, da non riuscire più a capire, che non ci sono poteri buoni…”.
Il trailer https://www.youtube.com/watch?
Il tour dedicato a “Storia di un impiegato” è al centro del docu- fim “De André#De André – Storia di un impiegato”, prodotto da Intersuoni, Nuvole Production e Nexo Digital, in uscita nelle sale il 25-26-27 Ottobre 2021.
Le parole e gli sguardi di De André figlio, danno la possibilità di scrutare a fondo nella personalità del padre, svelando retroscena mai narrati e unici.
Questo è un prezioso regalo donato a tutti gli amanti della musica e del mondo dell’arte.