L’eterna lotta tra il bene e il male ne ‘L’anima buona di Sezuan’, in scena al Teatro Manzoni di Milano

L’anima buona di Sezuan ha debuttato al Teatro Manzoni di Milano lo scorso 4 novembre 2021, come precedentemente annunciato con il nostro articolo, a cui vi rimandiamo per altre notizie sul testo dello spettacolo, cast, orari e prezzi.

La messa in scena di  questa favola o parabola è un chiaro esempio di  Teatro civile, politico e di poesia. Esso arriva a Milano in un anno particolare, proprio mentre si celebra il centenario della nascita  di Giorgio Strehler, che Monica Guerritore vuole omaggiare con il suo lavoro,  ispirandosi  alla versione  firmata dal suo “maestro”  nel 1981 e  racconta in modo sublime  una delle opere più significative di Bertolt Brecht e, forse, dell’intera storia del teatro. Non a caso è riconosciuto da tutti come un capolavoro  senza tempo ed è per questo che è attualissimo ancora ai nostri giorni.

Ma la Guerritore ci tiene a precisare, durante la conferenza stampa, che il suo spettacolo non è un calco di quello di Strehler, che lei stima perchè è stato il suo mentore, ma la sua regia è fedele nella poetica, non nella tradizione e nemmeno nella durata, perchè è stato sfrondato di molte cose, specie delle musiche, che che si discostano da quelle originali di Dessau, e dei brani cantati, affinchè non si andasse oltre le due ore e mezza.  I tagli sono stati approvati dalla società che detiene i diritti del testo. Lo stesso Bertolt Brecht, nelle sue note di regia, affermava che uno spettacolo non deve durare più di tre ore.

TRAMA
Nella capitale della provincia cinese del Sezuan arrivano tre dèi alla ricerca di qualche anima buona e ne trovano solo una nella persona della prostituta Shen Te, che  con generosità da loro ricovero per la notte.  L’atto di bontà della donna viene ricompensato con una importante sommma di denaro, che daranno a Shen Te, la possibilità di vivere bene il resto della sua vita.  Il compenso  è però accompagnato dal comandamento di continuare a praticare la bontà. Shen Te  decide di aprire una tabaccheria per far fruttare il denaro, ma si trova subito addosso uno stuolo di parassiti, di falsi e presunti parenti bisognosi, di opportunisti e approfittatori, che in ogni modo e con ferocia cercano di appropriarsi dei beni della donna. Per tale motivo Shen Te è costretta a difendersi e per far questo, una notte, si traveste da Shui Ta, il cugino cattivo che in realtà cattivo non è, ma è solo razionale. A complicare la situazione ci pensa il sentimento d’amore che la donna prova verso un giovane aviatore.

La regia  di Monica Guerritore,  risalta per eleganza e il suo faticoso lavoro ha reso leggero, delicato e piacevole il testo di un tipo di teatro molto complesso, che già nella sua genesi è un’opera antropologica e sonda la natura umana, analizzandola nelle sue peculiarità e fragilità.  Brecht nel suo testo cerca di rispondere alle domande del perchè l’uomo reagisce con la cattiveria e a questa contrappone la bontà e l’amore, che a volte si estrinseca anche contro la propria stessa volontà.

L’uomo si muove tra il bene  e il male è in ciò è libero non essendovi alcuna costrizione divina e, in proposito, l’apostolo Paolo dice: “Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio. E quindi solo una questione di scelte, non sempre facili e a cui si arriva attraverso un percorso,  il più delle volte doloroso.

Sulla scena si muovono tanti personaggi che richiamano i vari comportamenti dell’uomo, così ritroviamo l’egoismo, l’ipocrisia, fino alla  prevaricazione, ma su tutto vince l’amore, che è costretto a volte ad agire in maniera contraria alla propria volontà.

Da questo assunto nasce il concetto del “doppio”  che scaturisce dalla necessità, come nel caso di Shen Te, la quale avrebbe voluto vivere serenamente nella sua piccola baracca, facendo il bene come avevano comandato gli dei,  ma poi costretta dalla cattiveria che l’ha circondata e per spirito di sopravvivenza, assume le sembianze di Shui Ta, il “cugino cattivo”.

La Guerritore, sempre nel corso della conferenza  aveva detto: “Lo sdoppiamento del bene e del male viene dal contesto, dalla necessità  che ci rende scaltri e cinici” e poi invitava a considerare come il testo di Brecht porti a riflettere sulla condizione sociale di questo preciso momento storico che stiamo vivendo, dove è necessario il cambiamento per aggiustare il mondo.

La pandemia, dopo una prima fase di grande incertezza sta portanto la società verso un senso di rabbia, perchè non tutti riescono a gestire  le sollecitazioni e le frustazioni  che stiamo vivendo. Mentre invece dovrebbe essere una base su cui poggiare e ripartire più forti di prima per creare un migliore modo di vivere. Per fare ciò serve che ci sia un governo capace  di indirizzare queste scelte, con leggi adeguate che siano eque e giuste; così come servono investimenti economici  adeguati affinchè nessuno si senta escluso e discriminato e finisca per farsi prendere dalla rabbia, che porta a compiere azioni cattive.

Infatti anche secondo Kant “l’uomo è cattivo per natura ma solo secondo l’espressione latina “homo homini lupus”. Pertanto non vuol dire che la cattiveria  attiene specifitamente alla specie umana  bensì al concetto d’uomo in generale.

Per questo  il cugino cattivo Shui Ta,  rappresenta il male necessario,  affinchè il bene possa risaltare, rievocando  in qualche modo lo Yin e lo Yang a cui fa riferimento la filosofia taoista cinese.

Il male dunque è necessario, senza il male non esisterebbe la rivelazione di Dio, nè la sua espressione d’amore nei confronti dell’umanità potrebbe diventar reale, come invece lo è stato attraverso la manifestazione della persona di Gesù: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unico figlio”. Se per evitare il male Dio non si fosse rivelato,  come avrebbe potuto vincere sul male con l’amore? Se ne deduce che per non esserci il male bisognerebbe che Dio stesso non esistesse.

La regia della Guerritore ha guidato tutti i suoi attori alla ricerca del proprio personaggio, soprattutto attraverso il linguaggio del corpo, così come lei stessa,  con la sua interpretazione, esterna sulla scena tutte le sue emozioni, dando vita, in modo inceppibile, ai due personaggi. Alla fine  quando Shui Ta verrà portato in giudizio, spogliandosi con rabbia confessa di essere invece Shen Te e denuncia come la cattiveria umana considera di poco interesse la purezza dei sentimenti. E’ così, finalmente senza reticenze, esprime il sentimento  del suo amore autentico e  sarà la saggezza dei giudici, che rappresentano una diversa manifestazione degli dei ai quali lei aveva giurato di perseguire la bontà, che le daranno il  riconoscinento che meritava.

La scenografia è semplice e su un fondale bianco è rappresentato il sole e la luna che mai tramontano, come a significare la velocità del tempo che scorre. Le giornate  vengono scandite attraverso una pedana mobile  che ruota  sul palco insieme alla capannina e gli attori.

Lo spettacolo nella prima parte ha alcuni momenti che stancano e rendono l’attenzione difficile, ma poi diventa sempre più coinvolgente man mano che si dipana sulla scena  la trama,  conducendo lo spettatore con dolcezza a compenetrarsi nello spirito del personaggio principale. Tutti gli attori, una squadra di primissimo livello, come nella classica commedia dell’arte svolgono piu ruoli, e lo fanno in maniera lodevole dando prova del loro talento artistico.

Nel finale della versione originale  gli attori si portavano sul proscenio a interrogare il pubblico, ma  qui invece gli attori non attendono alcuna risposta, mentre invece si avvicinano e si stringono l’uno all’altro come a formare un corpo unico, a significare che solo attraverso la compattezza si può vincere. Per ultimo arriva dall’alto la voce di Strehler che inneggia il valore dell’amore, rendendo il momento magico ed estremamente emozionante.

A questo punto gli applausi del pubblico partono spontanei e si protraggono a lungo gratificando tutti gli artisti in scena per il valente lavoro registico e attoriale che si è svolto sotto i loro occhi.

Se ne avete la possibilità, non perdete questo spettacolo, che rimarrà in scena ancora fino al 17 novembre.