Al Teatro Manzoni, fino al 16 gennaio in scena ‘Napoletano? E famme ‘na pizza’, con il mattatore Vincenzo Salemme

Il divertente spettacolo Napoletano? E famme ‘na pizza!, con Vincenzo Salemme trascina ma, soprattutto, fa molto ridere e sarà ancora in scena solo fino al 16 gennaio sul palco del Teatro Manzoni di Milano.

Per altre notizie sullo spettacolo, orari e prezzi,  vedi il nostro articolo di presentazione.

LA RECENSIONE
Dopo aver visto lo spettacolo di Salemme ti stupisci, perchè uscendo da teatro, ti trovi in via Manzoni e non intravedi e ne senti il golfo e i profumi di Napoli, che hai quasi assaporato durante le due ore di spettacolo, intense, ritmate e ben armonizzate.

Un incastro di due spettacoli, una Festa esagerata e Con tutto il cuore, portati in scena dal mattatore campano, poco prima della pandemia. I sei attori riescono a dare un ritmo incalzante da fare un baffo al ritmo ai migliori triller di Netflix. Sì, il ritmo e gli splendidi giochi lessicali fanno da padrone ad una commedia esilarante e dove non sia ha il tempo di smettere di ridere, perché arriva la battuta successiva.

I fraintendimenti sulla nostra splendida lingua italiana fanno da padrone su una sceneggiatura accuratamente stesa e che riesce a toccare svariati temi all’interno delle due trame di un’ipotetica quotidianità tutta italiana.

Salemme con una navigata padronanza scenica è il protagonista di entrambe le storie e si trova a duettare con gli altri attori: Teresa Del Vecchio, Antonio Guerriero, Vincenzo Borrino, Fernanda Pinto e Sergio D’Auria. Grazie a questo gioco teatrale fatto di continue entrate ed uscite di scena, le due storie, rimangono un contorno a quello che realmente è il nucleo dello stesso spettacolo; la napoletanità e il senso di dovere dei luoghi comuni che spesso si attribuiscono per campanilismo e per sentito dire. Infatti già dal titolo dello spettacolo Napoletano? E famme ‘na pizza!, se ne intuisce il primo di tanti che etichettano da sempre la provenienza, in questo caso, di chi è nato ai piedi del Vesuvio.

Salemme, con una comica saccenza, ridicolizza gli strafalcioni lessicali e le buffe fisicità create in scena a favore del testo e ancora di più del pubblico che gode delle battute, ma anche delle pause comiche spesso condite dalla mimica attoriale tipica di chi sul palco ha la piena consapevolezza ed è nato per starci.

Da sottolineare gli intensi monologhi di Salemme tra una scena e l’altra, ed è proprio lì, che vien fuori l’anima dello stesso spettacolo, la quale sta ad inneggiare si l’orgoglio della propria città d’origine ma gioca molto anche sui classici della risata, lasciando spazio così, ai più bei cliché della comicità: l’eterno dualismo pepato tra i due sessi, il rapporto tra l’uomo e l’animale domestico, un gustoso viaggio tra la cultura gastronomica partenopea per poi arrivare ad uno dei momenti più belli dello spettacolo, quando entrano sul palco due tecnici di produzione, situazione che sta a sottolineare come il dietro le quinte di ogni spettacolo è importante tanto quanto chi sta in scena e calca il palco. Momento che è stato apprezzatissimo dal pubblico in sala che ha subito compreso “l’urlo” che è stato per tanto tempo soffocato dalla pandemia e che ha fatto soffrire migliaia di operatori di un settore, quello dello spettacolo soprattutto dal vivo, che è composto di una squadra più ampia di quella che appare e che, un occhio poco attento, non conosce e non nota facilmente.

Ed è così che la messa in scena di Napoletano? E famme ‘na pizza! Di Vincenzo Salemme, con le scenografie di Francesca Romana Scuderio e con le musiche di Antonio Boccia, è uno spettacolo empatico, divertente e che ricorda a se stesso e al teatro, quanto la vita quotidiana diventi più semplice se vissuta con leggerezza. Sì, perché è dalle vicissitudini giornaliere, in fin dei conti, che nasce questo genere di teatro.

Una messa in scena di certo meno introspettiva di generi più impegnati, ma non meno profonda se, con attenta riflessione, ci si ferma a pensare cosa si celi dietro quella leggerezza, dietro quel non detto, dietro quella risata o quella domanda che svia in battuta un discorso che, forse è meglio per tutti, diventi una gran risata.

BIGLIETTI:
Poltronissima Prestige € 35,00 – Poltronissima € 32,00 – Poltrona € 23,00
Poltronissima under 26 € 15,50