Al Teatro Fontana di Milano è in scena – in prima nazionale – fino al 30 gennaio 2022 lo spettacolo LE RANE di Aristofane – progetto e regia Marco Cacciola – che abbiamo presentato nel nostro precedente articolo, e a cui vi rimandiamo per altre notizie, cast orari e prezzi.
LA RECENSIONE
Ardita impresa, più che riuscita, de “Le rane di Aristofane”, nelle mani attente ed elaborate del regista Marco Cacciola. E’ un progetto multitasking: l’opera classica, la visione attuale della vita, il contrasto tra realtà e poesia, ogni scena travolge, scatenando risate e partecipazione emotiva.
La trama del classico greco non viene trascurata: il dio Dioniso (Giorgia Favoti), accompagnato dal fedele servo Xantia (Matteo Ippolito), vuole recuperare l’arte e la poesia in particolare, che, secondo lui vive un momento di profonda crisi, dopo la morte di Euripide. Decide quindi di scendere negli Inferi per portarlo ancora nel mondo dei vivi.
Rivediamo gli incontri con Eracle, con un defunto (scelto tra gli spettatori) a cui Xantia chiede di portare il bagaglio e che si rifiuta non trovando un accordo sul compenso… Gli eventi: Dioniso che sale sulla barca di Caronte, mentre Xantia dovrà aggirare la palude a piedi, perché gli schiavi non sono accettati dal traghettatore. Le rane che gracidano, Dioniso travestito da Eracle, sostituito nel ruolo dal servo per non subire l’ira di Eaco, schiavo di Plutone, ancora arrabbiato per come Eracle in passato avesse maltrattato il suo cane Cerbero.
Insomma, nulla va perduto, ma, questo spettacolo ruota su piani diversi: l’attualità della scena fuori e dentro gli Inferi, i riferimenti ad “Amici Miei” (subito riconosciuto dai meno giovani), parti musicate e cantate, con rap mimati e seguiti dal battito di mani degli spettatori… non mancano parti comico- satiriche, come la gara riservata ai “petoprotagonisti” (tra i quali eccelle Xantia), con premiazioni mensili e annuali.
Un testo così conosciuto dal mondo classico è rinnovato, rinfrescato dalla traduzione di Maddalena Giovannelli e Martina Treu, con la partecipazione degli studenti dell’Università Statale di Milano e dello IULM.
Ogni passaggio è una sorpresa, un imprevisto, anche conoscendo la trama dell’opera. I corteggiamenti di Xantia e il suo sfuggire a Dioniso dalle mille pretese. L’originalità è toccante entrando nell’aldilà, con una scenografia grottesca, inquietante, degna dell’ambiente da rappresentare. Ottima la resa scenica, realizzata in collaborazione con gli studenti dell’Accademia di Brera, smantellata durante le scene finali, quasi a rendere quel tempo che non si rinnova, passando dalla vita alla morte.
I rituali praticati sui corpi dei visitatori e dei defunti portano in scena personaggi esterni alla compagnia, accordandosi con il pensiero della poesia “A livella” di Totò… tutti uguali, nessuno escluso!
Un lavoro grande e ricompensato da un pubblico partecipe, che ha accolto la sorpresa finale di una teca, di cui non dirò il contenuto, entrata in scena come ciliegina di una torta molto gradita a tutti, giovani e meno giovani, docenti e studenti presenti in sala.
C’è musica di risveglio, di novità, di idee esplosive!! Consiglio di godere di questa euforia.