Come annunciato in occasione della presentazione del cartellone della Stagione Teatrale del Teatro Manzoni di Milano, dal 22 al al 6 marzo 2022 sarà in scena l’Enrico IV di Luigi Pirandello con Eros Pagni, nell’adattamento e regia di Luca De Fusco.
Per il Manzoni è un appuntamento importante perchè ricade nel centenario del debutto al Teatro Manzoni di Milano: era il 24 febbraio 1922 quando andò in scena per la prima volta al Teatro Manzoni nella sede di Piazza San Fedele, questo capolavoro del drammaturgo siciliano Luigi Pirandello. Il testo presentato fu molto apprezzato dai milanesi ed ebbe molto successo.
E’ stata questa l’introduzione alla conferenza stampa di presentazione di questo spettacolo da parte del direttore artistico dr. Alessandro Arnone, prima di dare voce al produttore Valerio Santoro e naturalmente allo straordinario Eros Pagni (83 anni), che non ha certo bisogno di presentazioni tanto è famoso, il quale darà vita al personaggio pirandelliano sul palco del rinomato teatro milanese.
In proposito vale la pena ricordare che Enrico IV è uno di quei personaggi che si accoglie nella maturità di un grande attore: da Mastroianni a Randone, Albertazzi, Benassi, Ruggero Ruggeri, tutti hanno dato una propria versione di questa straordinaria figura, che fa riflettere sul grande tema della follia, ma anche sulla finzione e sul teatro stesso.
Eros Pagni in conferenza è stato conciso nel parlare del suo personaggio, ma ci ha tenuto a sottolineare che lui non interpreta ma fa Enrico IV perchè lo ha completamente assimilato ed interiorizzato dandogli un suo carattere nella sua personale versione, assolvendo al meglio il suo compito.
Accanto al grande attore, in scena ad affiancarlo ci saranno: Anita Bartolucci – nel ruolo de La Marchesa Matilda Spina, Paolo Serra – nel ruolo del Barone Belcredi, Valerio Santoro – Il Dottore, Gennaro Di Biase – 1° Consigliere, Matteo Micheli, 2° Consigliere, Alessandro Balletta – Marchese Carlo di Nolli e Alessandra Pacifico Griffini – nel ruolo di Frida.
Lo spettacolo è prodotto da “La Pirandelliana” e “Il Rossetti Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia” – Le scene e costumi sono di Marta Crisolini Malatesta – le luci di Gigi Saccomandi – le musiche a cura di Gianni Garrera – aiuto regia Lucia Rocco – Le foto di scena sono di Tommaso Le Pera.
LA TRAMA
La vicenda narra di un uomo che caduto da cavallo, durante una festa in maschera si risveglia convinto di essere Enrico IV, il personaggio storico che stava interpretando, è una grande metafora. Con la sua figura ci fa riflettere sul tema della follia, ma anche sulla finzione e sul teatro stesso, visto che l’uomo, di cui non conosciamo neppure il vero nome, si è talmente radicato nel suo personaggio da non volerne uscire neppure quando rinsavisce di colpo.
Al regista Luca De Fusco è affidato il compito di scavare dentro le pieghe del ridondante testo di Pirandello, asciugando tutte le retoriche per farne un messa in scena molto attuale di circa 1 ora e mezza senza intervallo.
NELLE NOTE DI REGIA SI LEGGE
“E io penso, Monsignore, che i fantasmi, in generale, non siano altro in fondo che piccole scombinazioni dello spirito: immagini che non si riesce a contenere nei regni del sonno: si scoprono anche nella veglia, di giorno; e fanno paura”.
“Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni e la nostra minuscola vita è contenuta in un sogno “.
Queste due citazioni sono tra le più belle battute rispettivamente di “Enrico IV” e de “La Tempesta”. È sorprendente l’affinità delle frasi, pur ovviamente nella loro differente natura. È solo una casualità che Eros Pagni ed io abbiamo smesso di recitare il secondo testo per approdare adesso al primo, sconfiggendo il brivido inquietante che il commiato di Prospero dalle scene fosse anche il nostro. Parlo di casualità perché non abbiamo scelto il testo di Pirandello come un sequel di quello di Shakespeare, ma c’è chi crede, come gli psicoanalisti, che le coincidenze non esistano e gli accadimenti siano legati tra loro da segreti, da fili sottili e di lettura talvolta non facile.
Più ho studiato Enrico e, in effetti, più ho pensato a Prospero. Entrambi i personaggi sono arroccati (uno in un’isola, l’altro in un castello), sembrano completamente estranei al loro tempo, vivono un’assoluta solitudine, entrambi sono creduti pazzi, entrambi hanno con le persone che li circondano un rapporto flebile, intermittente, che può far dubitare al regista della stessa reale esistenza di ogni personaggio, salvo quello del protagonista.
In senso tecnico mi sento di aggiungere che sia Prospero che Enrico sono tra i migliori personaggi di due drammaturghi geniali contenuti in due testi che non sono, invece, i loro capolavori proprio perché dominati, a mio avviso, più dalla pulsione di delineare un grande personaggio che una grande vicenda, dato che gli intrecci narrativi dei testi sono talmente esili da poter essere riassunti in poche righe.
Come non ero sicuro che Prospero non fosse solo nella sua biblioteca, così non sono sicuro che Enrico non sia solo nella sua camera da letto. Sono, inoltre, entrambi testi che si collocano nella fase finale delle produzioni dei due autori e forse questo determina quelle affinità. I due grandi scrittori, dopo straordinari quadri d’insieme, hanno voglia di autoritratti. Non c’è, infatti, dubbio che dietro Prospero si celi Shakespeare e dietro Enrico Pirandello. L’autore che ha detto “la vita o si vive o si scrive”, sottintendendo di non averla quindi vissuta, somiglia molto a un uomo che ha trascorso l’esistenza in un mondo immaginario, posticcio, teatrale in cui ognuno “fa finta“ di essere qualcun altro. Questo è lo spunto da cui parto, prima dell’inizio delle prove, avendo tracciato una rotta ma senza essere certo del porto d’arrivo, come io credo si debba fare sempre in un allestimento teatrale, in cui il regista può provare a sorprendere ma deve sempre essere pronto ad essere sorpreso dallo scavo dentro le pieghe del testo. Dopo l’orribile periodo che ci ha tanto addolorato e dopo l’obbligato silenzio, sono felice di poter riprendere a comunicare col nostro pubblico. Sono anche felice di ritrovare tanti antichi compagni di lavoro, e di trovarne di nuovi, primo tra tutti Valerio Santoro che non manca di coraggio, virtù che ammiro negli altri e coltivo in me stesso. Ai compagni che stavolta non trovo a bordo auguro altre felici navigazioni.
INFO:
ENRICO IV
di LUIGI PIRANDELLO
Dal 22 febbraio al 6 marzo 2022
feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30
BIGLIETTI:
Poltronissima Prestige € 35,00 – Poltronissima € 32,00 – Poltrona € 23,00
Poltronissima under 26 € 15,50
Sebastiano Di Mauro nasce ad Acireale (CT) nel 1954 dove ha vissuto fino a circa 18 anni. Dopo si trasferisce, per brevi periodi, prima a Roma, poi a Piacenza e infine a Milano dove vive, ininterrottamente dal 1974. Ha lavorato per lunghi anni alle dipendenze dello Stato. Nel 2006, per strane coincidenze, decide di dedicarsi al giornalismo online occupandosi prima di una redazione a Como e successivamente a Milano e Genova, coordinando diverse redazioni nazionali. Attualmente ha l’incarico di caporedattore di questa testata e coordina anche le altre testate del Gruppo MWG e i vari collaboratori sul territorio nazionale.