Minchia Signor Tenente, parla al cuore del pubblico al Teatro Ghione di Roma

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Il Teatro Ghione di Roma dal 28 aprile al 1° maggio, ha presentato lo spettacolo “Minchia signor tenente”, con Antonio Grosso, Natale Russo, Antonello Pascale, regia Nicola Pistoia.

Da ieri sera al Teatro Ghione di Roma, giovedi 28 aprile a domenica 1
maggio, verrà presentato lo spettacolo “Minchia signor tenente”, con
Antonio Grosso, Natale Russo, Antonello Pascale, regia Nicola Pistoia.

Per altre informazioni sullo spettacolo vedi il nostro articolo di presentazione.

LA RECENSIONE
L’arrivo di un tenente in una sperduta stazione di carabinieri in Sicilia rompe l’equilibrio perfetto..

Non ho capito nulla, ma era bello il suono delle parole“; Forse non potevo trovare incipit migliore per questa pièce teatrale. Spettacolo molto bello, forse fatica un po’; a partire ma cresce fino a farci emozionare portandoci tutti dove dobbiamo, se vogliamo, dare una risposta, una volta per tutte. Bravi tutti gli attori ma Natale Russo in maniera specifica. Riesce a trascinarci nel siciliano “strittu”; facendocelo capire perché, in fondo, è l‘ anima che parla.

Tutto nasce da un misunderstanding…come sempre, d’altronde. Tu  dici qualcosa e io non voglio capirti perché so già la risposta che è la più importante. Parole che devono significare qualcosa ma sono state svuotate e non hanno più senso. Parole spaventose che sono entrate nella nostra vita ma non ci facciamo più caso, e le lasciamo stare per non dare una risposta sincera e reale, confrontandoci con la realtà.

Stato? Mafia? Giustizia? Forze dell’ordine? Ha ancora senso parlarne? O meglio vale ancora lottare per avere tutti una coscienza sociale e dare a queste parole la stesso significato (univoco), le stesse implicazioni (univoche), lo stesso approccio (univoco) e la stessa risposta ?

Ha ancora senso “morire per lo stato”? Perché ? Ma io sono “stato”? E in che misura? Potrei continuare con le domande ma torniamo  empre al misunderstanding. Ci piace il suono della voce delle sirene e sappiamo che ascoltarle ci fa molto male. Ma lo facciamo tutti i giorni. Si torna sempre al frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male. Decido io sempre e per tutto. Abbiamo tutti un cuore ”ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo?”
Meno male che se vogliamo ce la risposta. Molto tempo fa qualcuno ha detto: O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; che altro richiede da te il Signore, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio? Con, preposizione fantastica. Si fa una passeggiata CON un amico. Questa e’ l’unica verita’ da vivere.
E’ uno spettacolo/denuncia che tutti dovrebbero vedere e darsi una risposta e ben vengano rappresentazioni teatrali simili o film che mi lasciano l’amaro in bocca. Grazie di cuore a tutti gli attori!
Attenzione al solo suono delle parole!