Teatro Lirico: i fan di Claudio Baglioni in delirio fanno notte per il loro idolo

Ieri sera Claudio Baglioni ha richiamato il suo pubblico accorso da ogni dove pur di cantare insieme a lui, in una serata di festa per la città meneghina a motivo della vittoria del Milan a Campione d’Italia, evento che ha richiamato  oltre 30 mila tifiosi in piazza del Duomo.

Per quanto prevedibile ed auspicabile, per taluni tifosi, per noi che non seguiamo il calcio e lo sport in generale, la cosa ci ha destabilizzato perchè l’evento si svolgeva alle spalle del Duomo dove è situato il Teatro Lirico, restaurato e reso alla città dopo 20 anni di restauri e di polemiche.

Raggiungere il teatro non è stato facile e abbiamo dovuto accettare di viaggiare nei vagoni della metropolitana stracolmi di tifosi la cui euforia era incontrollabile e le carrozze tremavano letteralmente tutte le volete che saltavano e cantavano a squarciagola i loro slogan: praticamente sempre.

Alla fine siamo arrivati alla Stazione “Missori”, dove sono scesi i più prudenti tra i tifosi, gli altri erano scesi in “Montenapoleone” essendo la stazione “Duomo” chiusa per motivi di sicurezza. Lì le nostre strade si sono divise e noi ci siamo diretti al botteghino del teatro Lirico, dove siamo stati accreditati in extremis per poter prendere posto nel palchetto più vicino al palcoscenico.

Da lì a poco, si sarebbe materializzato Claudio Baglioni, il cui solo pronunciare il suo nome ci fa pensare alla storia della musica italiana, quella pop fatta di storie d’amore.

La sua carriera, il suo repertorio, racchiude la sua vita artistica con circa 320  canzoni, che fanno di lui il cantautore più legato alla memoria collettiva di più generazioni. A testimoniarlo era il teatro strapieno il cui sold out era già stato dichiarato da tempo per ogni ordine e grado di poltrone, sulle quali potersi fare attraversare l’anima dalle emozioni del mito dell’artista romano  in questa speciale domenica 2 maggio.

Per la sua conformazione, nonostante sia immenso, avendo 1.400 posti a sedere: 700 in platea, 110 palchetti e 590 tra galleria e balconata, il pubblico di ieri sera lo ha vissuto come un salotto, e tutti anche i più lontani potevano sentirsi vicini al palco per ascoltare il loro idolo.

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Si spengomo le luci, si apre il sipario e, ormai con un abbondante ritardo, Claudio Baglioni  e inizia il suo one-man-show «Dodici note solo», tour che vede il 71enne cantautore romano (compleanno festeggiato  il 16 maggio al San Carlo di Napoli) accompagnato da un piano, anzi da tre pianoforti, ripercorrere la sua lunga carriera, iniziata con «Signora Lia».

Lui sul palco appare impacciato inizialmente, ma forse  solo stanco  essendo quello il 7oesino appuntamento di questo tour che si conluderà domani a Varese per poi ripartire con una nuova avventura il 3 giugno dalle Terme di Caracalla (Roma).

Nonostante tutto però le emozioni arrivano al suo pubblico e Claudio ci teneva a precisare quello fosse uno speciale  concerto che fa una tantum, ogni dozzina d’anni.  Per questo si chiama  un assolo,  poi tra il serio e il faceto affermava che gran parte del cast artistico e tecnico dei suoi concerti hanno dovuto affrontare la lunga   inattività dovuta al Covid e uno si è ritirato per raggiunti  limiti di età in una casa di riposo.  Questa battuta come quella “ve l’ho giò detto che sono partito dal Teatro dell’opera di Roma?” durante il concerto si ripeteva come un mantra e il suo pubblico, incantato, rideva e applaudiva

In realtà l’ironia  di Baglioni e le sue battute sono poco percepibili e sono  un misto tra il sarcasmo e l’humor inglese. Con lo stesso mood, varie volte nel corso del concerto ha attaccato tutti coloro che usavano il flash del telefono cellulare. In realtà, bisogna ammettere che è fastidioso per gli artisti in scena, ma dal momento che tutto questo copione si è ripetuto, a detta dei fan, in tutte le tappe del tour, tanto valeva che ci fosse stato uno specifico annuncio prima dell’inizio dello spettacolo, piuttosto che fare dei veri e propri monologhi.

Dunque posto che Claudio Bagliomi non ha futuro come cabarettista, torniamo al concerto che lancia un segnale di rinascita, per tornare ad ascoltare, vivere e respirare l’emozione di uno spettacolo dal vivo.  Ammirare il pubblico del Lirico al completo è stat una grande emozione.

Prima di suonare e cantare il primo pezzo Baglioni spiegava: ho preso un pianoforte e l’ho diviso in tre, così sono diventate tre tastiere, uno rappresenta il presente, l’altro il passato e l’altro ancora il futuro.

Finalmente inizia a cantare saltando da un pianoforte e l’altro e raccontando qualche aneddoto, che vi risparmiamo per non stancarvi!

Non  sono mancati i cavalli di battaglia come «Questo piccolo grande amore», «Strada facendo», «Avrai», «E tu come stai», «Amore bello», «La vita è adesso», ma anche brani meno conosciuti.  Claudio Baglioni ha fatto sfoggio di  diverse timbriche attraverso una gamma di canzoni tra le più popolari, ma ha completato la sua carrrellata inserendone anche  di meno conosciute e altre assolutamente sconosciute se non  ai più sfegatati tra i suoi fan, lasciando quelle più belle verso la fine, come in un crescendo, che ha mandato letteralmente in visibilio il teatro intero, nonostante oramai fosse già oltre la mezzanotte da diversi minuti.

In questa performance viene fuori tutto il carattere di Baglioni un po’ timido  ed introverso che ha saputo mantenere fedele il suo pubblico lungo i suoi 5o anni di carriera, aggiungendone  e rinnovandolo, tanto che è così variegato da attraversare diverse generazioni.

Non poteva mancare l’annuncio da parte dell’artista  del  suo tour Dodici note solo che  tornerà questo autunno con nuove date live a partire da ottobre sui palcoscenici dei teatri, lirici e non, più prestigiosi d’Italia.

Inoltre si ricorda che  dal 3 giugno Baglioni sarà protagonista di Dodici note – Tutti su!, i concerti previsti alle Terme di Caracalla di Roma (dal 3 al 19 giugno), al Teatro Greco di Siracusa (15 e 16 luglio) e all’Arena di Verona (26 e 27 luglio) dove  dividerà il palco con 110 tra musicisti e coristi e 12 performer.

Sono oramai le 00.40 quando lasciamo il teatro pienamemte soddisfatti da questa esperienza, per la quale ringraziamo l’Ufficio Stampa del Lirico/Nazionale che si è adoperato per sistemarci nel palco pià funzionale per poter vedere e raccontare quanto è accaduto e che abbiamo provato a trasferire a chi legge.