Lettera Aperta:
Quello che è avvenuto lunedì è stato l’ennesimo colpo per una associazione che, a mani nude e senza nessun finanziamento pubblico stabile, sostiene migliaia di famiglie romane, italiane e provenienti da oltre 100 paesi, in difficoltà socio-economica, colpite da malattie o profughe di tutte le guerre. Non ci siamo fermati né un giorno né un’ora per rispondere alle drammatiche crisi della pandemia e dell’aggressione all’Ucraina.
Senza troppe parole doniamo valigie piene di tutto quel che serve in beni materiali e servizi alle donne vittime di violenza. Mettendo sempre al centro la persona, gli ideali e non le ideologie.
Ogni singolo euro sottratto era destinato il giorno successivo a rispondere ad esigenze gravi ed immediate.
I pc rubati o danneggiati erano i nostri strumenti operativi al servizio di queste persone.
I cellulari erano preziosissimi mezzi per raccogliere e ricevere le grida disperate delle donne a rischio o vittime di violenza.
In questi anni abbiamo lanciato numerosi gridi di allarme per non chiudere un’attività di sostegno, punto di riferimento di sopravvivenza per migliaia di famiglie. Un grido di allarme che purtroppo giunge fioco alle istituzioni. Unica flebile ancora di salvezza la solidarietà di migliaia cittadini di Roma solidali e di aziende virtuose che ci donano ciò che è necessario alla sopravvivenza dei nostri utenti, l’ospitalità offerta da Croce Rossa Italiana e la buona volontà dell’XI Municipio dove risediamo.
Non si può resistere in queste condizioni se non esiste un finanziamento stabile né uno spazio adeguato all’accoglienza delle centinaia di utenti che si raccolgono ogni giorno davanti alla nostra porta.
Aiutare Salvamamme significa aiutare la Roma in difficoltà. Chi vuol darci la sua solidarietà ci proponga soluzioni serie, concrete e in tempi brevi. Non chiediamo elemosina ma giustizia.
Astenersi perditempo.