Il Malato Immaginario, firmata per la regia di Andrée Ruth Shammah, resta in scena fino al 23 ottobre al Teatro Franco Parenti. La commedia celebra il cinquantesimo anno del Teatro a 400 anni dalla nascita di Moliére.
Il Malato Immaginario rivive dal 1980, sullo stesso teatro, quando, per la stessa regia, Franco Parenti ne interpretò l’ipocondriaco Argan. Gioele Dix, oggi, veste il personaggio, con una straordinaria prova attoriale. Una storia che si ripete e che conferma, non solo la contemporaneità del classico, ma anche l’interpretazione magistrale dell’opera grazie al lavoro di regia, attori e scenografia.
Gioele Dix viene affiancato da Anna Della Rosa, la serva Tonina, Marco Balbi, Francesco Brandi, Fabrizio Coniglio, Piero Domenicaccio, Filippo Lai, Viola Magnone, Silvia Giulia Mendola, Pietro Micci, Marina Occhionero. Un cast che riesce a mettere in scena un classico regalando anche momenti di comicità grazie a una gestualità studiata e un’espressività ricalcata, a tratti grottesca.
Argan, malato immaginario, si isola dal mondo e fugge la paura delle responsabilità e della morte, trovando nella malattia l’unica certezza, affidandosi totalmente alle cure di medici arrivisti. La follia della finta malattia annebbia la mente di Argan che non riesce più a distinguere l’amore e l’amicizia disinteressata. Un isolamento mentale che ben si percepisce grazie alla scenografia di Gianmaurizio Fercioni.
Una poltrona rossa affiancata da un carello pieno di medicine rappresenta la culla e il rifugio di Argan. Un tulle nero divide in maniera offuscata e opaca gli spazi, rendendo impossibile ad Argan di vederne attraverso. Sarà lo spettatore che grazie ad una visione spaziale frontale coglierà gli intrighi e i sotterfugi che animeranno l’intera commedia. La scelta abile della suddivisione degli spazi funge da voce narrante super partes, raccontando allo spettatore ciò che il protagonista non vede.
La gestualità di Argan, d’altro canto, con ammiccamenti e battute, raggiunge il pubblico creando una connessione empatica.
Il duetto di Argan e la sua serva, Tonina, domina lo spazio e il tempo grazie, anche, all’uso delle luciche focalizzano l’attenzione su di loro. L’uso del suono è ridotto al minimo, con trilli che accompagnano l’ingresso e i movimenti dei personaggi. Un susseguirsi di figure che danno vita a personaggi spesso crudeli e falsi che si contrappongono a personaggi pieni di amore e amicizia. Una commedia che, se pur a tratti comica, racchiude tutta la crudeltà e la disperazione dell’animo umano, confermandone la sua contemporaneità.
Per altre info sullo spettacolo vedi il nostro articolo di presentazione.