Tu sei la bellezza è uno spettacolo intenso dal taglio poetico e, in questo penultimo venerdì di ottobre, ha fatto brillare gli occhi della sala di un Teatro Litta ancora non del tutto pieno, forse per il meteo ambiguo e la pioviggine. Per vederlo c’è ancora tempo fino al 6 novembre.
Per altre info sullo spettacolo vedi il nostro articolo di presentazione.
LA RECENSIONE
La profondità della rappresentazione avrebbe meritato più pubblico ma di certo, quello presente, ha ampiamente goduto della meravigliosa scenografia in grigio antico, accompagnata dalla libreria e dalle calde luci soffuse, alternate ai momenti più cupi della storia, dove l’illuminazione si colorava di un verde scuro.
Di cosa parla Tu sei la bellezza? Più che raccontare ci fa sentire e vedere. Ci accompagna nella vita di chi soffre di un intenso disturbo bipolare e, da quella malattia, fatica ad uscirne: può solo conviverci. Ci viene mostrata la sofferenza di un uomo che è, per fortuna, oltremodo amato da un altro uomo.
Tuttavia, non è la tipica storia di amore omosessuale, bensì la rappresentazione dell’enorme difficoltà di un disturbo, un problema così pesante da essere identificato con qualcosa di fisico: un cane nero, precisamente “il cane di Churchill” (sentiremo anche parte del famoso discorso We shall fight on the beaches, 1940).
E così, in una notte di capodanno e durante la pandemia di Covid, vediamo le peripezie di Andrea e Leonard, ci commuoviamo e ascoltiamo le loro parole e le bellissime azioni, il tutto nella stupenda regia di Alberto Milazzo.