La Quaresima è un periodo liturgico della tradizione cristiana che precede la Pasqua, e dura 40 giorni, iniziando il Mercoledì delle Ceneri e terminando il Sabato Santo.
Durante questo periodo, i fedeli sono chiamati a fare penitenza, a digiunare e a pregare per prepararsi alla celebrazione della Pasqua, che ricorda la resurrezione di Gesù Cristo. La Quaresima simboleggia i 40 giorni passati da Gesù nel deserto, durante i quali fu tentato dal diavolo, ma anche il tempo trascorso dagli ebrei nel deserto prima di entrare nella terra promessa.
Durante la Quaresima, i fedeli sono incoraggiati a concentrarsi sulla loro vita spirituale, a cercare di diventare persone migliori, a pentirsi dei loro peccati e a perdonare gli altri. Questo periodo può anche essere un’opportunità per i cristiani di fare opere di carità e di solidarietà nei confronti degli altri, in linea con l’insegnamento di Gesù Cristo.
Ma al di là delle tradizioni e riti, talvolta sterili, per vivere una vita consacrata ci viene in soccorso la stessa Parola di Dio in cui leggiamo:
Misericordia io voglio e non sacrifici/ la conoscenza di Dio più degli olocausti” (Os 6, 6).
Sono parole che leggiamo nel libro del profeta Osea e sono messe in bocca a Dio. Ogni parola di Dio reca luce e conforto a tutti noi, ma questa ci stimola anche a riflettere se e come noi stiamo cercando di imitare Dio nella sua chiara volontà di avere un popolo che lo onora non tanto a parole e con vari doni, ma soprattutto con il suo comportamento misericordioso verso il prossimo. Il fatto che “misericordia” sia in parallelismo con “conoscenza di Dio” ci dice che la misericordia che ci scambiamo tra di noi è dono di Dio e frutto del nostro amore verso di Lui.
Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
Questa frase richiama le parole del salmo 50 quando dice: “Tu non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti”, quindi, cosa vuol dire? Che Dio non gradisce il sacrificio? Non è proprio così.
Dio non gradisce quei sacrifici dove non c’è la conversione del cuore, infatti Davide, nello stesso salmo dice: “Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi”, ciò vuole dire che questo genere di sacrificio è certamente gradito a Dio.
Sebastiano Di Mauro nasce ad Acireale (CT) nel 1954 dove ha vissuto fino a circa 18 anni. Dopo si trasferisce, per brevi periodi, prima a Roma, poi a Piacenza e infine a Milano dove vive, ininterrottamente dal 1974. Ha lavorato per lunghi anni alle dipendenze dello Stato. Nel 2006, per strane coincidenze, decide di dedicarsi al giornalismo online occupandosi prima di una redazione a Como e successivamente a Milano e Genova, coordinando diverse redazioni nazionali. Attualmente ha l’incarico di caporedattore di questa testata e coordina anche le altre testate del Gruppo MWG e i vari collaboratori sul territorio nazionale.