Una volta erano solo le low cost. Ora tutte le compagnie, anche per vacanze lunghe e voli intercontinentali, chiedono di pagare chi voglia imbarcare un bagaglio in stiva. Una tariffa nascosta che il Salvagente e Confconsumatori hanno deciso di denunciare a Mister Prezzi.
Che l’estate sia bollente dal punto di vista dei prezzi per chi può e ha deciso di andare in vacanza è oramai chiaro: traghetti, aerei, soggiorni hanno subito aumenti a due cifre. Spesso poco comprensibili: non si capisce, infatti, perché negli ultimi sei mesi si sia assistito a un aumento del 50% dei biglietti aerei (ma si potrebbe fare lo stesso discorso per le tariffe dei traghetti) mentre il carburante scendeva del 22%
Ma se a queste cifre aggiungiamo i rincari nascosti e imposti ai viaggiatori le cose si fanno davvero difficili. Il caso del costo dei bagagli in stiva imposto dalle compagnie aeree è esemplare: a fare da apripista oramai da anni sono state le low cost ma la novità di questa estate è che anche le compagnie tutt’altro che economiche hanno scelto di praticare la strada di una vera e propria tariffa mascherata sotto altre forme.
È quanto mette nero su bianco l’inchiesta del Salvagente che ha monitorato i prezzi di questa settimana su tre tratte molto frequentate: Atene, New York e Salvador de Bahia. In ogni caso (se si eccettua un volo Roma-New York “offerto” dalla British Airways alla modica cifra di 3.042 euro) imbarcare il baglio in stiva ha un costo, spesso assai pesante.
In qualche caso perfino “a sorpresa”. È quanto, per esempio, prevedono diverse compagnie del nostro confronto che nei preventivi scrivono che il bagaglio in stiva non è incluso su entrambe le tratte di andata e ritorno o addirittura non lo è solo sul ritorno, e non forniscono alcun prezzo di questo “servizio”. Per lo meno fino a che non si è pagato il biglietto. La prima domanda logica da porre – ha spiegato Carmelo Calì, responsabile turismo e trasporti di Confconsumatori – è il motivo per il quale le compagnie chiedono questo pagamento supplementare. La risposta che i vettori danno è il dover corrispondere alle società di gestione degli aeroporti e alle società di handling, che forniscono i cosiddetti servizi a terra, i relativi diritti e compensi di imbarco e cioè i costi per la sicurezza, il check-in, controllo ai raggi X dei bagagli, le operazioni di imbarco dei bagagli e dei passeggeri.
Questi costi, anche se variano da aeroporto ad aeroporto, non sono però alti, comunque marginali e non giustificano per nulla le esose somme che vengono chieste ai passeggeri per i bagagli. Risulta evidente che, in tal modo, le compagnie non incassano solo il rimborso di tali spese che pagano, ma percepiscono una rilevante somma, che va a costituire per loro un ulteriore guadagno e quindi di fatto un prezzo del biglietto superiore a quello prospettato.
Insomma, di profili per contestare quella che appare come una tariffa nascosta (o per meglio dire mascherata da servizio) ce ne sono diversi. E Salvagente, assieme a Confconsumatori ha deciso di presentare questi dati a Mister Prezzi. Il garante per la sorveglianza dei prezzi, infatti, incontrerà le compagnie per avere delle risposte sugli aumenti di questa estate il 20 luglio. Chissà che non riesca anche ad averne sulla pratica di far pagare centinaia di euro solo per imbarcare una valigia in stiva.