Buona la prima per ‘Giovanna: la pulzella, la fanciulla, l’allodola’: Lella Costa non sbaglia mai un colpo!

Lella Costa

Al Teatro Carcano di Milano è in scena lo spettacolo “Giovanna: la pulzella, la fanciulla, l’allodola” scritto da Gabriele Scotti e interpretato da Lella Costa, con musiche di Giuseppe Verdi eseguite dal Faccini Piano Duo.

Per altre notizie sullo spettacolo, date orari e prezzi, vedi il nostro articolo di presentazione.

Il lavoro, prodotto dal Teatro Carcano, sintetizza le biografie di Giovanna d’Arco in modo inconsueto.

Lella CostaLo spettacolo inizia con Giovanna ricevendo un’apparizione dall’arcangelo San Michele, che le ordina di aiutare il re di Francia a riavere il suo regno. Nonostante la sua giovane età e inesperienza, Giovanna accetta senza pietà. Lella costa incanta il pubblico con il suo magnetismo, riesce a canalizzare sguardi e orecchie per non perdere ogni minimo suo respiro. Il sarcasmo che la contraddistingue nei suoi spettacoli riesce ad alleggerire in qualche modo l’analisi chirurgica che fa della storia di Giovanna d’Arco.

Il testo riflette sull’abbondanza di narrazioni su Giovanna d’Arco e cerca di restituire un ritratto vario e insolito di Jeanette, la ragazza analfabeta che ha influenzato la storia. Lella Costa interpreta il ruolo con maestria, alternando toni in collaborazione con Gabriele Scotti per la drammaturgia.

Ci ricorda anche come negli ultimi decenni l’eroina sia stata oggetto di studi per trovare la causa delle sue visioni sviscerando, malattie e patologie vecchie nuove, dall’isteria al bipolarismo fino alla schizofrenia. Non solo la medicina ma anche l’opera e la poesia descrivono Giovanna d’Arco come un’eroina senza controllo, che si abbandona e muore non per la sua patria e per il suo idealismo, ma bensì per un uomo, Re Carlo VII appunto. Lo stravolgimento della vita storica di un personaggio realmente esistito testimonia ancora una volta i danni che il maschilismo ha provocato nelle arti figurative e letterarie di ogni epoca.

Il paragone purtroppo è presto detto: l’interprete ricorda alcuni dei più errati femminicidi degli ultimi vent’anni, da Lea Garofalo a Mahsa Amini, rivelando agli spettatori gli effetti del brutale patriarcato nella storia. Il rogo di Giovanna d’Arco come esempio di storia che si ripete, di colpevolizzazione della donna e dell’infantilizzazione delle sue abilità.

Nel testo viene citato anche il compagno di battaglie di Jeanette, Gilles de Rais a cui decenni dopo toccò lo stesso destino anche lui arso a rogo perché accusato di omicidi seriali di bambini sacrificati per atti di esoterismo. Dalla sua storia venne ispirata la fiaba di Barbablu di Charles Perrault ma, i bambini ammazzati vengono trasformati in donne ammazzate. Ma perché? “Forse l’uccisione delle donne fa meno orrore dell’uccisione di bambini?” ci chiede Lella Costa. Di fatto anche la fiaba di Barbablù ripercorre le stesse linee di letterati e storici dell’epoca per cui l’insegnamento della fiaba è che la curiosità della moglie ha scatenato l’ira del marito, come a dire: te la sei cercata!

Lo spettacolo però è anche divertimento grazie agli innesti ironici del testo e nella scrittura che divertono e strappano un sorriso dietro il sovrappensiero.

Le esecuzioni dal vivo delle opere di Verdi aggiungono un elemento musicale affascinante all’intero spettacolo, trascritte per pianoforte ed eseguite da Faccini Piano Duo, Elia e Betsabea Faccini, eleganti e affascinanti coprotagonisti sul palco.

Bello, pungente e divertente: Lella Costa non sbaglia mai un colpo!