Un leone nel lavoro, un visionario dal fiuto eccezionale nell’azienda – Il ricordo della giornalista Carmen Mancarella.
Un leone nel lavoro, un visionario dal fiuto eccezionale nell’azienda, in parole povere un fuoriclasse. E’ morto a 86 anni nella sua amata Matino, nel Salento, Cosimo Romano, il re dei jeans, il fondatore del brand Meltin’Pot che assieme alla Romano Confezioni ha portato l’azienda, negli anni 2000, a scalare la classifica delle prime 50 al mondo.
La sua è una storia straordinaria. Nato da genitori contadini, Cosimo Romano aveva un sogno: riportare nel Salento le sue sorelle che erano state costrette ad emigrare in Inghilterra. Così, passo dopo passo e assumendosi tanti rischi e affrontando moltissimi sacrifici assieme alla moglie Antonietta e ad una guida eccezionale Giovanni Petracca, era riuscito a fondare un laboratorio tessile, grazie al quale richiamò nel Salento le sue sorelle e diede lavoro a tutta la sua numerosa famiglia e ad altre 250 persone oltre a tutto l’indotto che la Romano Confezioni è riuscita a generare negli anni e alle diverse sedi sparse all’estero.
Diceva sempre: “Il cervello degli uomini e la tecnologia ti portano avanti l’azienda. Ho sempre cercato di mettere l’uomo giusto al posto giusto. Tante volte ci sono riuscito. Alcune volte ho sbagliato. Ho sempre investito nell’innovazione e nella tecnologia”.
Quando era nato il 20 novembre del 1938, una donna, Anna Maria Mudoni, considerata dal paese quasi un’indovina, avrebbe detto: “Questo bambino si girerà un sacco di soldi”. Lui commentava con il suo sorriso che ti apriva il cuore: “Attenzione, riflettiamo bene sulle sue parole: quella donna aveva detto che avrei girato un sacco di soldi, ma non che li avrei messi in tasca!”.
Poi si faceva serio e spiegava: “L’imprenditore non si sta mai fermo e non ha mai soldi perché li investe sempre per far crescere l’azienda.”
“Il contratto più bello”, ci disse, “è stato quando ho acquisito la Jeans Fritz la catena di 200 negozi sparsi in tutta la Germania. Ci incontrammo con l’imprenditore di Verona che voleva vendere la sua quota di maggioranza all’aeroporto di Fiumicino, dove affittai un ufficio. Mentre lui parlava io prendevo appunti su un foglio semplice. Questo foglio divenne il nostro contratto, con la clausola che se tutte le cose dette fossero state vere, la cessione sarebbe stata immediatamente conclusa. Una stretta di mano e lasciammo ai nostri consulenti il compito di perfezionare l’accordo”.
Anche in questo caso Cosimo Romano mise in pratica un insegnamento che aveva imparato dal suo Angelo Custode, Giovanni Petracca il quale diceva sempre: “Compra in contanti e vendi a rate”. Promettendo il pagamento immediato, Cosimo Romano riuscì ad ottenere uno sconto notevole, anche in quel caso.
Anche dopo la sua morte, avvenuta nel 1982, l’imprenditore Giovanni Petracca di Casarano sarebbe stato sempre la guida di Cosimo Romano: “Nei momenti difficili, mi chiedevo come avrebbe fatto lui a risolvere i problemi. Spesso mi veniva in sogno e mi dava le soluzioni”.
Dice la giornalista Carmen Mancarella: “Come giornalista ho avuto l’onore di intervistare Cosimo Romano più volte. Mi piaceva ascoltarlo. Per me era un faro, una colonna portante della mia misera impresa che stava nascendo in quegli anni, la rivista Spiagge, alla quale lui guardava con interesse e benevolenza. Mi piaceva conoscere la sua storia e imparare da lui, sperando un giorno di emularlo. Cosa che non sono riuscita a fare. Lui era il perfetto esempio di SELF MADE MAN, un uomo che partito dal nulla era riuscito a fondare un impero. Raccontava soprattutto dei tanti rischi che aveva corso e di come era riuscito a risollevarsi dai momenti più duri. Aveva un cervello e un’intelligenza fuori dal comune, tanto che il figlio una volta ci raccontò: ho studiato alla Bocconi quello che mio padre ha fatto nella sua azienda”.
Sicuramente il momento più intenso ed emozionante è stato quando ci ha raccontato che, da ragazzo, assieme alla sorella aveva rischiato di morire assiderato perché mentre ritornavano da Gallipoli dove avevano lavorato duramente in un loro podere, si era scatenata una tempesta di pioggia e di neve. Indossavano abiti leggeri e quando arrivarono in casa a Matino, la loro mamma adottiva, mamma Gesuina, lì salvò massaggiandoli con olio caldo e accendendo un bel fuoco. La cosa straordinaria di questo racconto è che io lo stavo ascoltando nel porto di Gallipoli, su uno yacht bellissimo, che Cosimo Romano amava tanto.
Lui amava il mare e come un grande capitano non aveva paura di affrontare gli Oceani.