“I Masnadieri” di Friedrich Schiller, portati in scena da Michele Sinisi, sono attualmente al Teatro Fontana, dopo il grande successo del debutto romano. Lo spettacolo continuerà a coinvolgere il pubblico fino al 23 giugno.
Altre info sullo spettacolo, date orari e prezzi, sul nostro articolo di presentazione.
LA RECENSIONE
Con una durata di oltre due ore, lo spettacolo riesce a catturare l’attenzione del pubblico senza che se ne accorga, grazie alla magistrale regia di Michele Sinisi, che ha saputo rendere l’opera di Schiller attuale e contemporanea, utilizzando un linguaggio moderno che permette di avvicinare un’opera complessa, nata nel 1781, al pubblico odierno.
Una delle scelte registiche più apprezzate è stata quella di far presentare gli attori con i loro nomi e di farli parlare dei personaggi che interpretano. Questa decisione facilita la comprensione della trama e dei personaggi, permettendo al pubblico di seguire meglio la narrazione. Inoltre, questi momenti aiutano a smorzare la suspense con brevi intermezzi di comicità e autoironia.
Entrando in sala, il pubblico viene subito colpito dal sipario aperto e dagli attori disposti ai lati del palco, un espediente che suscita curiosità e induce a chiedersi chi interpreteranno, in base al loro aspetto.
Sinisi non ha esitato a introdurre elementi di dissacrazione del testo originale, utilizzando anche un linguaggio triviale in alcuni punti. Ad esempio, durante i monologhi del protagonista, i masnadieri appaiono annoiati e distratti, con uno di loro che emette persino un peto senza suscitare alcuna reazione agli altri attori. Nonostante ciò, la narrazione raggiunge il suo obiettivo finale, bilanciando comicità e violenza esasperata con una perfetta miscela di elementi.
Michele Sinisi è riuscito a trovare numerosi collegamenti tra il testo di Schiller e la nostra epoca contemporanea. Anche se l’opera originale risale a un’epoca lontana, la sua messa in scena offre spunti di riflessione pertinenti ai giorni nostri. Gli influssi filosofici e morali, legati al movimento dello Sturm und Drang che si opponeva all’intellettualismo illuministico, sono ancora comprensibili oggi.
LA TRAMA
La trama dell’opera narra la storia di Karl Moor, un giovane di belle speranze sabotato dal fratello Franz. Ingannato e escluso dalla famiglia, Karl diventa il capo di una banda di masnadieri, compiendo crimini orribili nella foresta boema. Intrappolato nel ruolo di vendicatore, Karl spera di ritrovare pace e amore, ma i suoi seguaci lo dissuadono, mescolando la sua brama di distruzione con il desiderio di combattere le ingiustizie.
Gianni D’Addario interpreta magistralmente il fratello usurpatore Franz, facendo emergere i complessi psicologismi e i sentimenti di odio/amore verso il padre. La regia di Sinisi esalta queste sfaccettature, evidenziando il tema schilleriano del “corpo umiliato dalla mente”.
La scenografia, pur essendo nuda, crea suggestioni sceniche potenti attraverso voci, musiche, coreografie emozionanti, una pioggia di lattine che invade il palco e giochi di luce. Questi elementi, sapientemente miscelati, accompagnati dallo sforzo dei talentuosi attori del “Gruppo della Creta”, con una sola figura femminile, Amalia, che verrà uccisa dal più valoroso dei fratelli rivali. Qui il classico meccanismo del doppio si replica e genera profonde emozioni e riflessioni, alle quali, purtroppo, alcuni spettatori hanno volontariamente rinunciato abbandonando la sala prima della conclusione. Un’occasione persa per costoro (brutto esempio di spettatori), di godere fino in fondo lo spettacolo che, pur essendo finto, ha offerto emozioni e illusioni reali sulla scena, rispettando il motto del nostro grande Gigi Proietti: “In teatro tutto è finto ma niente è falso“
Per tutto ciò “I Masnadieri” di Michele Sinisi è un’opera che non solo attualizza il testo di Schiller, ma lo rende accessibile e coinvolgente per il pubblico contemporaneo. Un’esperienza teatrale imperdibile che offre una riflessione profonda sulle dinamiche umane e sociali, lasciando un segno indelebile negli spettatori.
A fine spettacolo il pubblico presente, anche con una sala non gremita essendo un sabato estivo che coincide con l’inizio della tornata elettorale europea, ha applaudito convinto lo spettacolo.
Se siete amanti del genere, non perdetelo!
Sebastiano Di Mauro nasce ad Acireale (CT) nel 1954 dove ha vissuto fino a circa 18 anni. Dopo si trasferisce, per brevi periodi, prima a Roma, poi a Piacenza e infine a Milano dove vive, ininterrottamente dal 1974. Ha lavorato per lunghi anni alle dipendenze dello Stato. Nel 2006, per strane coincidenze, decide di dedicarsi al giornalismo online occupandosi prima di una redazione a Como e successivamente a Milano e Genova, coordinando diverse redazioni nazionali. Attualmente ha l’incarico di caporedattore di questa testata e coordina anche le altre testate del Gruppo MWG e i vari collaboratori sul territorio nazionale.