La nuova immagine degli sport da combattimento: manager, professionisti e donne in prima linea

Gli sport da combattimento stanno vivendo una trasformazione radicale. Non sono più solo appannaggio di atleti professionisti o di chi cerca una sfida fisica estrema. Sempre più spesso, a indossare i guantoni sono manager, professionisti e donne, attratti non solo dall’aspetto fisico, ma soprattutto dai benefici psicologici e personali che queste discipline offrono.

Camillo Manlio Giovanni Manera, 37 anni, di Lainate (MI), manager in una multinazionale italiana della consulenza, laureato e PhD in Economia, è uno degli esempi più recenti di questa evoluzione. Da giugno 2024, oltre ad essere un manager di successo, diventerà istruttore di Kick Boxing. Questa doppia vita rappresenta perfettamente la nuova immagine degli sport da combattimento: atleti “dai colletti bianchi” che combinano muscoli e cervello, con una motivazione più intima che fisica.

Un esercizio che nel tempo aumenta la fiducia in se stessi e stimola la leadership, favorisce la concentrazione e riduce lo stress, rendendo più lucidi”, spiega Franco Scorrano, uno dei maestri di arti marziali più apprezzati al mondo e fondatore della World Boxing Fighters Corporation (WBFC). “Apparentemente si tratta di dare pugni e calci a un avversario, ma poi ti accorgi che il vero avversario sei tu. L’allenamento riguarda prima di tutto la tua mente”.

Fra i neo istruttori formati da Scorrano, troviamo Cristian Girardi, 25 anni, disegnatore e progettista 3D, che ha intrapreso questa strada per trasmettere i valori degli sport da combattimento alle nuove generazioni. “Voglio essere un esempio sia sportivo che umano”, afferma Girardi, sottolineando l’importanza di questo ruolo.

Biagio Di Bella, 49 anni, National Service Manager in un’azienda leader nel settore automotive, ha scelto il corso per migliorare se stesso a livello tecnico e personale. “Mi aspetto di contribuire alla crescita dei più giovani, affiancando il mio maestro nel loro percorso sportivo e umano”, dichiara Di Bella, vedendo nel ruolo di istruttore un’importante responsabilità interpersonale.

Anche le donne stanno facendo sentire la loro presenza nel mondo degli sport da combattimento. Tra i 27 nuovi istruttori formati quest’anno, tre sono donne: Alessia Kullmann, Arianna Ruggieri e Greta Paina. Alessia, 22 anni, ha intrapreso il percorso di istruttrice di Muay Thai e K1 Rules per condividere la sua passione. “Ho fatto il corso per certificare le conoscenze apprese in anni di pratica e migliorare come istruttrice e atleta”, racconta Alessia, con l’obiettivo di insegnare nella palestra dove è cresciuta.

Arianna Ruggieri, 18 anni, studentessa e neo istruttrice di pugilato, vuole costruire una carriera nello sport che ama. Greta Paina, 23 anni, fresca di laurea, aspira a utilizzare le competenze acquisite per progetti educativi e non.

Franco Scorrano, 64 anni, è una figura carismatica e influente nel mondo degli sport da combattimento. Con un’esperienza pluridecennale, un 7° DAN di Karate Shotokan e una laurea ad honorem in Scienze delle attività motorie e sportive, Scorrano vede nelle arti marziali uno strumento di formazione personale. “Insegniamo le arti marziali come gioco, un divertimento sano e intelligente che contribuisce a formare la persona per renderla migliore”, afferma.

Scorrano è anche il fondatore della WBFC, un’organizzazione che riunisce oltre 250 club affiliati in tutta Italia e organizza eventi, campionati e corsi di formazione, offrendo un punto di riferimento per gli sport da combattimento a livello nazionale e internazionale.

Gli sport da combattimento non sono solo pugni e calci, ma rappresentano una palestra di vita. Come dimostra l’esperienza di Gianmarco Secchi, allievo di Scorrano, che insegna pugilato a disabili in carrozzina e a persone con autismo, queste discipline possono essere uno strumento di inclusione e crescita personale.

La trasformazione in atto vede una nuova generazione di istruttori e atleti, provenienti dai contesti più disparati, uniti dal desiderio di superare i propri limiti, fisici e mentali. E in questo percorso, la figura del maestro non è solo quella di un allenatore, ma di una guida capace di trasmettere valori, fiducia e forza interiore.