La pièce “I ragazzi irresistibili” di Neil Simon in scena al Teatro Manzoni di Milano, dove ha debuttato lo scorso 5 novembre con repliche fino al 17 novembre 2024, vede la regia brillante e originale curata da Massimo Popolizio.
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LA TRAMA
“I ragazzi irresistibili” racconta la storia di Al Lewis e Willy Clark, due ex star del varietà americano che, dopo quarantatré anni di successi, si separano bruscamente. Willy, incapace di accettare la fine della collaborazione, passa undici anni in solitudine, ignorando ogni tentativo di contatto di Al e aspettando una nuova occasione lavorativa in una stanza d’albergo di New York. Il nipote di Willy, agente teatrale, riesce infine a convincerlo a ricongiungersi con Al per un omaggio televisivo dedicato ai grandi comici del passato. Durante le prove del loro celebre sketch “Il dottore la sta aspettando,” emergono vecchi rancori che compromettono il progetto. Tuttavia, alla fine, i due accettano la consapevolezza del tramonto delle loro carriere e, messi da parte i conflitti, si riscoprono uniti dai ricordi dei “giorni felici”.
LA RECENSIONE:
Umberto Orsini e Franco Branciaroli offrono interpretazioni di altissimo livello nei panni di Al Lewis e Willy Clark, vecchie glorie del varietà americano, il cui incontro è pervaso da una tensione che alterna rancori e momenti di pura comicità. Branciaroli incarna con grinta e malinconia un Willy che si rifiuta di accettare il passare del tempo, e Orsini è perfetto nel ruolo di Al, sobrio e riflessivo, che tenta con moderazione di ristabilire un rapporto con il vecchio compagno di scena.
Il regista riesce a donare nuova linfa alla storia, nata nella drammaturgia del 1972 e, successivamente, resa celebre da adattamenti televisivi e cinematografici, enfatizzando la complessità dei protagonisti e ponendo l’accento sul tema dell’invecchiamento.
La regia metateatrale di Popolizio gioca in modo avvincente con il tema del declino e della vecchiaia, utilizzando un’ambientazione curata da Maurizio Balò che replica una stanza d’albergo spoglia e decadente, simbolo del tramonto dei due personaggi. Grazie a questa cornice, la commedia assume sfumature malinconiche senza rinunciare a momenti di grande umorismo, regalati dai battibecchi dei protagonisti durante le prove di un vecchio sketch. Il pubblico, assiste a una vicenda che diverte, ma che lascia anche spazio a una riflessione profonda sull’inevitabile passare del tempo.
Il cast di supporto, composto da Flavio Francucci, Eros Pascale, Chiara Stoppa e Emanuela Saccardi, aggiunge valore allo spettacolo, completando il quadro con interpretazioni solide e ben calibrate, nei loro rispettivi ruoli. La scenografia cambia nel corso dell’opera, passando dalla stanza dell’albergo a uno studio di registrazione, per poi ritornare alla stanza d’albergo, contribuendo a creare un’atmosfera giusta e rafforzare l’efficacia comica della commedia.
LA RIFLESSIONE
I due protagonisti della commedia, anziani e soli, inducono a riflettere l’amarezza del declino che non viene affatto mitigata dai ricordi del passato. Anzi, è proprio il contrasto tra la loro vecchiaia e il vivace passato che li rende figure tragiche e affascinanti: uomini che non riescono ad accettare la propria inutilità, sentendosi dimenticati e intrappolati in un ruolo secondario dopo aver vissuto da protagonisti.
E’ così la solitudine dei due riflette la condizione di molti anziani della nostra società che, abituati al plauso e all’attenzione in gioventù, si trovano poi privati delle loro certezze: la memoria vacilla e con essa l’identità. In questo senso, “I ragazzi irresistibili” diventa una metafora struggente della vecchiaia, un periodo spesso segnato dall’emarginazione e dalla nostalgia di un passato irrecuperabile, ma anche dalla necessità di confrontarsi con i propri limiti e trovare nuovi modi di ridere della vita.
IL FINALE
La commedia “I ragazzi irresistibili” conquista il pubblico del Teatro Manzoni con la sua combinazione perfetta di comicità e riflessione. L’intesa scenica tra Umberto Orsini e Franco Branciaroli, unita alla regia intensa e raffinata di Massimo Popolizio, rende ogni momento carico di emozioni e risate.
La spettacolo si conclude tra applausi scroscianti e ovazioni che testimoniano il gradimento sincero e profondo degli spettatori, i quali premiano l’abilità degli attori e l’originalità della messa in scena con calorosi consensi. Un successo meritato che lascia il pubblico divertito e commosso.
Non vi resta che andarlo a vedere!!
Sebastiano Di Mauro nasce ad Acireale (CT) nel 1954 dove ha vissuto fino a circa 18 anni. Dopo si trasferisce, per brevi periodi, prima a Roma, poi a Piacenza e infine a Milano dove vive, ininterrottamente dal 1974. Ha lavorato per lunghi anni alle dipendenze dello Stato. Nel 2006, per strane coincidenze, decide di dedicarsi al giornalismo online occupandosi prima di una redazione a Como e successivamente a Milano e Genova, coordinando diverse redazioni nazionali. Attualmente ha l’incarico di caporedattore di questa testata e coordina anche le altre testate del Gruppo MWG e i vari collaboratori sul territorio nazionale.