Romeo e Giulietta: una trasfigurazione metafisica del mito della letteratura inglese al Teatro Leonardo – recensione

Antonio Syxty con la sua regia visionaria, ci offre una nuova interpretazione di “Romeo e Giulietta“, in scena fino al 2 marzo al Teatro Leonardo, di un’opera che trascende i confini del tempo e dello spazio per diventare un simbolo universale dell’amore impossibile. La sua messa in scena è un’esperienza teatrale intensa e coinvolgente, che ci invita a riflettere sulla natura dell’amore, della morte e del destino.

Altre info sullo spettacolo, date orari e prezzi, sul nostro articolo di presentazione.

RECENSIONE
Syxty non si limita a rappresentare la storia di Romeo e Giulietta, ma ne offre una trasfigurazione metafisica. La scenografia, essenziale e suggestiva, crea un’atmosfera sospesa tra sogno e realtà. Le luci, morbide e cangianti, sottolineano l’aspetto onirico della vicenda. Questa messa in scena di “Romeo e Giulietta” offre una visione radicalmente nuova e provocatoria dell’opera shakespeariana rompendo con le convenzioni tradizionali, proponendo un’interpretazione astratta e contemporanea della storia.

La scelta di non utilizzare costumi storici è una presa di posizione audace, che però si rivela vincente. I costumi, inusuali e provocatori, allontanano lo spettatore dai canoni tradizionali, invitandolo a una lettura più profonda e simbolica dei personaggi. I vestiti, dalle linee essenziali e dai colori accesi, sembrano usciti da un’altra dimensione, sottolineando l’universalità del tema dell’amore e la sua attualità. Costumi più comuni ad un tour di Lady Gaga che ad un’opera tradizionale.

Il testo di Shakespeare viene rispettato nella sua interezza, ma l’interpretazione degli attori è fresca e originale. I dialoghi, recitati con intensità e passione e spesso di corsa (intendo fisicamente), ci coinvolgono fin dal primo momento. I giovani interpreti che danno vita a Romeo e Giulietta sono straordinari: la loro chimica è palpabile e la loro passione travolgente. Una prova di fiato oltre che teatrale.

La loro recitazione, unita alla regia di Syxty, conferisce ai personaggi una profondità psicologica inusuale. Non sono più solo dei giovani innamorati, ma diventano delle figure archetipiche, destinate a rappresentare l’eterno conflitto tra amore e odio, passione e ragione.

All’ingresso della sala avviene la distribuzione del “Manuale d’uso per la messa in scena di Romeo e Giulietta” che ci avvisa di “una sparizione continua del reale”. Il regista scrive:Nella mia vita lavorativa come regista di teatro non ho mai preso in considerazione l’idea di mettere in scena Romeo e Giulietta di Shakespeare. Prima di questo testo mi sono cimentato con altri titoli shakespeariani, e non tutti per mia scelta: La commedia degli errori, Molto rumore per nulla, Il mercante di Venezia, Amleto, Enrico IV parte I e II. Avrei continuato anche con altri titoli se ce ne fosse stata l’occasione, ma mai con Romeo e Giulietta. Poi, due anni fa, mentre provavo uno spettacolo ho avuto l’intuizione di dover mettere in scena Romeo e Giulietta.

È stato come un richiamo inconscio: raccontare “la storia delle storie” teatrali. Il motivo – lo ripeto – è inconscio. Forse L’età (la mia) e forse ancora l’età (la loro) quella di due giovani protagonisti di una delle più note storie d’amore di tutti i tempi”.

Oltre alla PREMESSA A UNA POSSIBILE MESSA IN SCENA, sono dettagliate altre note alla musica, alla traduzione, all’adattamento, alla scenografia e altro.

Non vi svelo troppo perché è davvero un souvenir interessante: una bomboniera da conservare in casa affianco alla saliera ricevuta al matrimonio dello scorso anno.

Tre ore sì (preparatevi!) ma molto fluide, intense e musicali. Il mio consiglio è di adempiere ai bisogni fisiologici per tempo, perché non riuscirete ad alzarvi dalla poltrona, incantati dall’atmosfera di questo vibrante spettacolo.