‘Uomini e topi’: il capolavoro di Steinbeck rivive a teatro con emozioni intense e una regia impeccabile

E in scena dall’11 marzo e replicherà fino al  6 aprile 2025, lo spettacolo “Uomini e Topi”, della Compagnia del Teatro San Babila tratto dal capolavoro teatrale e letterario di John Steinbeck  per la regia di Marco Vaccari,  e un cast talentuoso composto da Leonardo Moroni, Jacopo Sartori, Gianni Lamanna, Marcello Mocchi, Lorenzo Alfieri, Giulia Marchesi, Felice Invernici e Rodrigue Skepe.

Altre info sullo spettacolo, date orari e prezzi sul nostro articolo di presentazione.

RECENSIONE
“Uomini e topi”, il romanzo di John Steinbeck, è ambientato in California, nella valle del Salinas. I due protagonisti sono George Milton (Leonardo Moroni) e Lennie Small (Jacopo Sartori), due vagabondi disoccupati, in cerca di un lavoro, anche stagionale, per sopravvivere.

Subito si colgono i tratti essenziali dei due personaggi: George sicuro e scattante, sempre attento; si fa apprezzare per la cura, anche nei modi spesso forti.  Lennie incompleto nella sua gestualità sostitutiva delle parole per esprimere gli stati d’animo: le sue mani catalizzano l’attenzione per la continua ricerca di sicurezza, fosse anche stropicciando un pezzo di tessuto della sua salopette. Sartori, nella sua interpretazione, ha espresso un mondo racchiuso in un grande corpo e in una piccola maturità; ha colto piccoli gesti, posture, parole mal gestite dal linguaggio, dando vita a un personaggio riconoscibile in ogni suo tratto.


Non sono amici “per caso”:
una zia aveva affidato Lennie a George, accorgendosi dei suoi disturbi cognitivi; proprio a George che, in gioventù, si era comportato da “bullo” nei suoi confronti, fino a spingerlo nel fiume, come scherzo poco gradito. Fu questo episodio che diede inizio alla grande amicizia, perché George non solo lo salvò, data la sua incapacità di nuotare, ma si prese il carico di difenderlo sempre, anche nei casi di profonda intolleranza nei suoi confronti. E’ una protezione incondizionata: sarà un impegno verso la zia o una profonda amicizia, che passa anche attraverso severe ammonizioni e frasi simili a minacce di abbandono se Lennie non seguirà alla lettera ciò che dice l’amico/custode?

Eccoli…Sono loro: un breve filmato, proiettato sul fondale del palco

… la campagna estiva, due uomini che si avvicinano: uno molto alto (Lennie), l’altro con una andatura stanca (George)… sono loro: sia apre il tendone che separa il film dal mondo reale. Scelta attenta della scenografia (grazie a Francesco Fassone), quella di separare con una tenda o con una impalcatura realizzata con gli spostamenti di strutture in legno, la scena principale da tutto ciò che ruota attorno a essa: la disoccupazione, la sottomissione dei neri (l’unico operaio di colore non può dormire nel dormitorio insieme agli altri), la brutalità dei padroni, la crisi del sogno americano negli anni ’30, la sensualità dell’unica donna presente (Giulia Marchesi), moglie del figlio del “capo”, sempre in cerca di attenzione e di compagnia. Viene considerata una “poco di buono”, ma non lo è: è una donna delusa dal suo matrimonio e dalle false promesse del marito che avrebbe dovuto portarla a vivere in città, dove avrebbe potuto, magari, fare l’attrice. Proverà a fuggire… ma non ci riuscirà!!


I personaggi chiave restano loro. Si fermano su un pontile e bastano parole ricorrent
i, a volte una cantilena ripetuta come eco di una filastrocca su ciò che avranno: una fiera dell’Est con animali, rituali, stanze e lavoro. E’ la loro desiderata proprietà, piccola, ma solo loro: nessun padrone incalzante sotto il sole; nessun dovere spinto dal comando; nessuna rinuncia di libertà. Dovrebbe essere un segreto, ma entrambe sentono in diversi momenti la necessità di condividerlo: chi li ascolta si innamora e vorrebbe esserne partecipe, condividendo un forte impulso di riscatto sociale.

Accanto ai sogni, la preoccupazione di George: sono già fuggiti per i “guai” combinati da Lennie. Emblematico il piccolo topino morto che Lennie tiene nascosto in tasca, per accarezzarlo. A lui piacciono le cose morbide, calde, che esprimono vita anche nella piccolezza. Ma sono fragili, troppo fragili per le sue grandi mani che, senza premeditazione e colpa mettono fine alla vita, senza neanche capirne la modalità: dalla dolcezza alla morte… dalla cura tenera e affettuosa alla condanna inconsapevole. George lo protegge soprattutto da questo incontrollabile bisogno di morbidezza, da accarezzare fino alla fine.

Trovano lavoro in un ranch, dove Lennie viene accettato per la sua forza, lasciando in secondo piano la sua disabilità.

Sono giorni di duro lavoro, accompagnati da un canto per resistere e per pensare anche alla sera di riposo o di divertimento in città. Rapporti conflittuali, rivalità, prepotenze, ma anche desiderio di unità di intenti..

George ripara sempre Lennie, lo difende, lo giustifica. Cosa interrompe questo possibile stato di quiete? Lennie si intrattiene con la sola donna presente, con i suoi capelli morbidi; dopo un dialogo in apparenza piacevole, lei lo allontanerà spaventata dalla presa possente di questo omone. Lennie vuole solo trattenerla in una coccola senza malizia, ma le sue mani sono forti e grandi e le spezzeranno il collo. Lui scappa e, come gli aveva insegnato George,  ritorna al pontile, tenendo stretto un cucciolo di cane, così amato da essere sacrificato nella stretta.

In una straziante scena finale, George fantastica e ripropone all’amico la filastrocca del loro sogno; senza che Lennie si accorga, George lo uccide per salvarlo dal linciaggio di una folla inferocita ormai sempre più vicina.

E’ la rappresentazione di altissimi sentimenti, della grande umanità dei due protagonisti, del profondo affetto che li ha tenuti vicini e inseparabili.

Un encomio particolare alla regia di Marco Vaccari che ha mantenuto una estrema fedeltà al testo di Steinbeck, convogliando un crescente stato emozionale che ha raggiunto gli spettatori come un sentimento reale.

Quando si dice che il teatro è racconto, vita vissuta, sentimenti che scorrono, poesia e passione, sicuramente si fa riferimento a spettacoli come questo. Da non perdere!!