Per la prima volta in Italia, il celebre film Prova a Prendermi prende vita sul palcoscenico romano in una travolgente versione musicale. Lo spettacolo, ispirato alla pellicola cult con Leonardo Di Caprio e Tom Hanks, promette di conquistare il pubblico della capitale, grazie a una regia dinamica firmata da Piero Di Blasio e alla produzione di Viola Produzioni. Dopo il debutto al Teatro Nazionale di Milano lo scorso 27 febbraio, registrando grande entusiasmo tra gli spettatori, il musical prosegue ora la sua corsa al Teatro Brancaccio di Roma, dove ha debuttato il 19 marzo e replicherà fino al 6 aprile 2025.
Altre info sullo spettacolo, date orari e prezzi, sul nostro articolo di presentazione.
RECENSIONE
Una domanda improvvisa, tra le righe, quasi nascosta ma che esplodendo, buca l’anima. Se fossi in un paese anglosassone l’unica parola che userei è OUTSTANDING!
Bravi tutti. Teatro stracolmo, ieri sera, con molti addetti ai lavori a fare il tifo ai loro amici attori sulla scena ma anche alle persone nascoste, le più importanti, che hanno reso possibile la serata.
Gli ingredienti c’erano tutti e mescolandosi hanno dato vita ad uno spettacolo indimenticabile. C’è un ragazzo, il sogno americano e bugie sempre più grandi una dietro l’altra. E poi c’è la voglia di non fermarsi mai, di correre sempre più lontano per fuggire al fallimento della sua famiglia, una madre che tradisce, un papà superficiale e sfuggente alle sue responsabilità ma anche la voglia pazzesca di fermarsi e trovare la sua casa. Prova a prendermi – Il Musical racconta tutto questo con ritmo, energia e quella brillantezza degli anni Sessanta che è un must da amare.
Questa versione teatrale – prodotta con coraggioso entusiasmo da Viola Produzioni – ha il pregio di non limitarsi a ripetere lo schema cinematografico, ma di trovare un linguaggio tutto suo. E funziona. Merito di una regia solida e creativa firmata da Piero Di Blasio, che dopo il successo di Tutti parlano di Jamie si misura con un racconto più complesso e disseminato di trappole. Invece di caderci dentro, Di Blasio sceglie la strada della leggerezza e della precisione. Il risultato?
Uno spettacolo che scorrendo liscio e senza nessun intoppo, ha ritmo, colpi di scena e persino un’anima. E non è poco. La scenografia di Lele Moreschi è uno dei punti forti del impianto architettonico dell’ allestimento: pulita, dinamica, intelligente. Bastano pochi elementi – su tutti, l’iconico oblò di un aereo che si illumina e si sposta come un vero e proprio occhio narrante – per far viaggiare il pubblico attraverso gli Stati Uniti degli anni ’60, tra aeroporti, camere d’hotel, stazioni ferroviarie e sale da interrogatorio.
Senza mai ornamenti superflui, ma sempre con stile. Tommaso Cassissa è Frank Abagnale Jr, che deve indossare le sue tante divise/storie, e le indossa alla perfezione
Sì, proprio lui, lo YouTuber che si trasforma in protagonista di un musical con una sicurezza sorprendente. Dimenticate DiCaprio: Cassissa ha energia, faccia tosta e, soprattutto, una capacità di stare in scena che conquista. Non è un cantante di professione? Vero, ma canta bene e recita meglio. E la sua versione di Frank Jr. è meno spavalda e più umana: un ragazzo che si inventa mille vite per sfuggire a quella vera, forse troppo dura da affrontare. Accanto a lui, Claudio Castrogiovanni è l’agente Hanratty dell’FBI. Burbero il giusto, inflessibile ma capace di sciogliersi – piano piano – di fronte al ragazzo che rincorre in tutto il mondo. E che, forse, finisce per capire meglio di chiunque altro. Il duetto tra lui e Simone Montedoro, nei panni del padre di Frank, è uno di quei momenti in cui la scena si fa più intima e toccante, senza scivolare mai nel patetico.
A portare un soffio di struggente dolcezza è Brenda, la promessa sposa di Frank Jr., interpretata da una luminosa Benedetta Boschi. La sua “Fly, Fly Away” è la canzone che non dimenticheremo tanto presto. Così come il ruolo, breve ma intenso, di Jacqueline Ferry, madre di Frank: una donna che ha inseguito l’amore e ha trovato, purtroppo, la delusione. Piccole storie di vita dentro una grande avventura. E poi c’è l’ensemble. Fondamentale, mai eccessivo, mai fuori registro. Le coreografie di Rita Pivano giocano sulla misura e sull’ironia, regalando numeri eleganti e frizzanti, senza mai strafare.
La scena del viaggio in treno, in particolare, strappa più di un sorriso. Le luci di Emanuele Agliati fanno il resto: disegnano atmosfere sospese tra sogno e realtà, mentre i costumi curati da Francesca Grossi sono un inno al vintage che non stanca mai.
Un tuffo in un’America di completi pastello, hostess impeccabili e agenti in trench, ma con quella vena malinconica che tiene ancorati alla realtà. Il suono dello swing, il fascino del jazz e qualche ballata che arriva dritta al cuore fanno da colonna sonora a uno spettacolo che ha il sapore dell’intrattenimento di qualità. Perché Prova a prendermi – Il Musical è, prima di tutto, una storia di sogni rubati, di fughe a perdifiato e di ritorni a casa. E alla fine, anche chi guarda, si sente coinvolto, e un po’ più responsabile per sé e per chi ha vicino. Perché ha un nome e perché può, grazie a Dio, tornare a casa.