Angelina Jolie torna dietro la macchina da presa con Senza Sangue, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Alessandro Baricco. Un’opera intensa e carica di emozioni, con un cast internazionale guidato da Salma Hayek e Demián Bichir, si distingue per una fotografia evocativa curata da Seamus McGarvey e una colonna sonora firmata da Rutger Hoedemaekers.
RECENSIONE
Senza Sangue di Angelina Jolie, tratto dal romanzo di Alessandro Baricco, è un film che suscita sensazioni contrastanti, capace di emozionare e allo stesso tempo di lasciare qualche perplessità.
La regia è visivamente potente e la trama affronta temi universali come il dolore, la vendetta e il perdono, inserendosi in una tradizione cinematografica di grande respiro, ma non sempre riesce a mantenere un equilibrio tra la sua estetica e la profondità narrativa.
La prima cosa che colpisce di Senza Sangue è la sua forte impronta visiva. Angelina Jolie, come regista, ha il coraggio di prendere rischi stilistici che conferiscono al film un’identità ben definita. La fotografia, curata nei minimi dettagli, cattura l’essenza della solitudine e della sofferenza, ma talvolta il suo eccessivo focus sulla bellezza dei paesaggi e sui silenzi dei personaggi finisce per rendere alcune scene più espressive sul piano estetico che su quello emotivo. Tuttavia, va sottolineato che le immagini del film sono semplicemente straordinarie. Ogni inquadratura è pensata per suscitare una riflessione, e l’uso sapiente della luce e dei colori valorizza la storia, diventando parte integrante della narrazione stessa. La bellezza visiva del film trasmette sensazioni profonde e arricchisce i temi trattati, senza mai risultare superflua.
La storia di Senza Sangue si sviluppa intorno a una giovane donna, Alma, che è segnata dalla morte violenta del padre e del fratello maggiore. Mentre il film cerca di esplorare il processo doloroso della vendetta e del perdono, alcune scelte narrative possono sembrare difficili da seguire o non completamente sviluppate. La riflessione sulla vendetta, infatti, è più che mai sfumata: non si tratta di un racconto di riscatto semplice, ma di un percorso tortuoso, che può lasciare il pubblico con la sensazione che le risposte a queste questioni complesse non siano mai davvero complete.
Le performance degli attori sono senz’altro competenti, con una protagonista che riesce a trasmettere una grande forza interiore, ma senza raggiungere quel livello di empatia che potrebbe davvero farci entrare nel cuore del suo conflitto. La giovane donnna è una figura in cerca di risposte, ma la sua evoluzione non è sempre chiara o immediatamente comprensibile. Mentre il film sembra voler mettere l’accento sulla psicologia del personaggio, a volte le scelte recitative e la costruzione del personaggio non permettono al pubblico di avvicinarsi abbastanza alla sua esperienza. In generale, i personaggi sono interessanti, ma non sempre convincenti nel loro sviluppo.
Il film impiega un ritmo particolarmente lento che, sebbene possa essere giustificato dalla profondità dei temi trattati, risulta in alcune fasi eccessivamente rallentato. La lunga durata delle scene introspettive e i silenzi prolungati, pur essendo una caratteristica stilistica, rischiano di compromettere la fluidità narrativa, specialmente quando il pubblico si aspetta una maggiore spinta emotiva. Tuttavia, questo stesso ritmo potrebbe essere visto come un invito alla riflessione, con la regista che ci sfida a pensare.
Senza Sangue è un film che si distingue per il suo coraggio estetico e per l’intensità dei temi trattati, ma che non sempre riesce a trovare un punto di equilibrio tra forma e contenuto. La visione di Jolie è chiara e personale, ma a volte sembra mettere il peso troppo sulla forma visiva e sulla riflessione intellettuale, lasciando da parte l’immediatezza emotiva che avrebbe potuto arricchire ulteriormente la storia.