È tornato a Roma, al Teatro Olimpico per la stagione dell’Accademia Filarmonica Romana, dove sarà in scena fino a domenica 30 marzo il pluripremiatoe apprezzato – da pubblico e critica – Slava’s Snowshow. Spettacolo che da oltre trentadue anni – è nato nel 1993 – continua a girare il mondo.
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Nato dal genio creativo Viacheslav Polunin, nome d’arte Slava, considerato il miglior clown del mondo, la sua creazione è definita un classico del teatro del XX secolo.
Lo spettacolo è composto da un susseguirsi di numeri di clownerie che spaziano dal registro epico a quello lirico, dal tenero all’appassionato, dal saggio all’ingenuo. Regalando al pubblico un’esperienza indimenticabile.
La partitura fisica dei performer, in particolare quella di Asissai – quello vestito di tuta gialla da lavoro e con soffici pantofole rosse – è ipnotica. Basta una camminata, o anche solo una genuflessione per trasformare la visione in poesia. Il ritmo dell’intera macchina “spettacolare” è dato dalla musica e ancor di più dell’agire dei corpi in e con essa.
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Altro aspetto, che non può certo mancare, quando in scena ci sono dei clown è la rottura della quarta parete. Mai troppo invadente è l’interazione con il pubblico. Anche quella cosparsa della poesia creata nella scatola magica che è il palcoscenico.
Un plauso va riconosciuto anche a chi sta dietro le quinte. Ai macchinisti, senza i quali molti degli effetti che vediamo sul palco non sarebbero possibili, e Slava’s ne sfoggia tanti.
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Affascinanti anche alcune trovate sceniche: la struttura di un letto che diventa un veliero con una scopa a simboleggiare la prua.
E poi la neve, i mega palloni in platea… in una festa – quale il teatro è – che coinvolge tutti.
Slava’s Snowshow è un’esperienza che vale la pena di essere vissuta!
Foto e video di Giorgio Volpe