Ha debuttato ieri sera al Teatro Manzoni di Milano lo spettacolo degli Oblivion “La Bibbia riveduta e scorretta”, già presentato nel nostro precedente articolo che replicherà fino al 26 gennaio 2020.
Gli Oblivion, gruppo comico di performer, o come si definiscono loro stessi cinque miracolati dalla banda larga, composto da Fabio Vagnarelli, Davide Calabrese, Lorenzo Scuda, Graziana Borciani, Francesca Folloni, sono conosciuti ormai da diversi anni per numerosi messe in scena musicali di successo. Con questo spettacolo si presentano al pubblico milanese con un titolo che potrebbe sembrare qualcosa di leggero, mentre invece costituisce uno scrupoloso lavoro di ricerca storica, che regala due ore di pura evasione e divertimento, attraverso la recitazione, ma anche tanti momenti in cui prevale l’atmosfera del musical e tanti altri momenti di grande irriverente ironia, comicità e satira intelligente, ma mai fine a se stessa.
Ambientato nella Germania del 1455, l’anno in cui Johann Gutenberg (Davide Calabrese) inventa la stampa a caratteri mobili. Il Padreterno in persona (Fabio Vagnarelli) si presenta dal rivoluzionario e innovativo tipografo per proporre di stampare la sua “autobiografia” che porta scolpita su pietra di suo pugno, con l’intento di diffonderla in tutte le case del mondo e diventare il più grande scrittore della storia. Inizia così un fantasioso, quanto improbabile braccio di ferro tra l’editore e Dio. Gutemberg infatti ha delle vedute completanente diverse dall’autore ed è spinto più da logiche di mercato, che da moralizzatore e divulgatore di principi di fede per l’umanità. Alla fine, dopo tante peripezie, si trova un accordo per mandare in stampa il libro che nel corso dei secoli sarà un vero e proprio best seller, conosciuto col nome La Bibbia, nel quale prenderanno vita originali storie, con revisioni che metteranno in luce tutta la “Verità” senza censure.
Nel corso dello spettacolo prendono corpo i più importanti personaggi del vecchio testamento come Caino, Abele Mosè ecc. e sono diversi i rimandi satirici alla contemporaneità così, per la costruzione dell’Arca Noè si avvale di un’azienda di mobili dal nome Archen, che ovviamente allude alla svedese Ikea.
Divertente e molto bene interpretato il personaggio di Fraü Fust affidato a Francesca Folloni, che nelle vesti di imprenditrice moderna rimanda alla figura del “milanese imbruttito”. Questa deve riscuotere da Gutenberg una grossa somma di denaro e quindi lo ricatta per avere la pubblicazione di un libro dove inserire una storia di alieni del suo protegè Gesù Cristo, che sul finire del primo tempo fa il suo ingresso in scena nei panni di un modermo rapper col nome di JC.
La bizzarra e originale figura di Gesù Cristo, interpretato da Lorenzo Scuda, la ritroviamo nel secondo tempo e attraverso un escursus nel Nuovo Testamento, lo presenta non come lo conosciamo noi, ma come un ribelle schiacciato dalla presenza ingombrante del Padre e, solo l’intervento di mediazione della segretaria di Gutenberg, interpretata da Graziana Borciani, farà riconciliare le due persone della Trinità. Sarà sempre lei a trovare un cavillo nel contratto, che impedirà la pubblicazione voluta da Fraü Fust e in extremis mandare in stampa quella a firma di Dio.
Due parole vanno spese sulla scenografia che è sobria, ma allo stesso tempo imponente e sul palco viene riprodotto un autentico torchio tipografico dell’epoca capace di trasportare l’immaginazione del pubblico nell’atmosfera di quel periodo storico che stravolse e diede vita ad un nuova era, chiudendo definitivamente l’oscurantismo del medio evo.
Ora si potrebbe dire che “La Bibbia riveduta e scorretta” sia uno spettacolo dissacrante e lo è, oppure aggiungere sia blasfemo, ma così non è, se si parte del presupposto che il suo obiettivo è intrattenere il pubblico e non certo predicare il Verbo. Tra l’altro, forse involontariamente, incontra il piano di Dio che è quello di raggiungere il cuore dell’uomo con ogni mezzo e realizza quello che dice San Paolo ai Filippesi “Alcuni è vero predicano Cristo anche per invidia e spirito di contesa, ma altri con buoni sentimenti, c’è chi lo fa per amore, chi invece predica Cristo con spirito di rivalità, con intenzioni non rette, ma questo che importa? Purché in ogni maniera, per convenienza o per sincerità, Cristo venga annunciato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene“.
Pertanto lo spettacolo, alla luce delle affermazione dell’Apostolo delle Genti, può definirsi valido sotto ogni aspetto e ottenere l'”imprimatur” e, oltre a divertire, come testimonia il pubblico che lo ha applaudito a lungo, può anche condurre le persone a riflettere su cose più “alte”, delle quali poi potranno andare a cercare e verificare nell’originale Bibbia, per capire la parola e il volere di Dio.
Sebastiano Di Mauro nasce ad Acireale (CT) nel 1954 dove ha vissuto fino a circa 18 anni. Dopo si trasferisce, per brevi periodi, prima a Roma, poi a Piacenza e infine a Milano dove vive, ininterrottamente dal 1974. Ha lavorato per lunghi anni alle dipendenze dello Stato. Nel 2006, per strane coincidenze, decide di dedicarsi al giornalismo online occupandosi prima di una redazione a Como e successivamente a Milano e Genova, coordinando diverse redazioni nazionali. Attualmente ha l’incarico di caporedattore di questa testata e coordina anche le altre testate del Gruppo MWG e i vari collaboratori sul territorio nazionale.