Il Teatro del Buratto compie una nuova tappa teatrale nel proprio percorso di attenzione alle tematiche giovanili legate alla sfida e al disagio del diventare grandi, del realizzarsi nel passaggio all’età adulta trovando nuove interazioni nella relazione con sé stessi, con gli altri e con la società. Un percorso fatto di scelte difficili, cadute e conquiste, errori e vittorie, che da tempo stiamo raccontando attraverso alcune nostre produzioni, basandoci in particolare sul confronto con i giovani delle scuole secondarie e con i loro referenti adulti (genitori, docenti, educatori).
Ad esse ora si affianca questa novità ideata dal giornalista Luca Cecchelli, uno spettacolo che trae spunto da una figura affascinante e inquieta, avvolta dal mito del rock che rivive nella sua personalissima voce: Janis Joplin.
4 ottobre 2020. A 50 anni dalla tragica scomparsa di Janis Joplin, leggendaria artista rock anni ’60, una giovane attrice (Marta Mungo), fan della cantante, si chiede se sia possibile portare in scena oggi uno spettacolo che possa degnamente celebrarla, raccontandola autenticamente. Chi era Janis Joplin? Qual è il vero volto della ragazza che si cela dietro l’immagine hippie, tutta sex drugs and rock’n’roll, consegnata alla storia?
Sarà proprio ripercorrendo le tappe biografiche della prima assoluta icona femminile bianca del rock che, tra lettere, articoli, pagine di diario, memorie, aneddoti e ovviamente musica, in un dialogo metateatrale con il suo fidato tecnico di scena (Davide Del Grosso), l’attrice tenterà di riportare alla luce non solo l’appassionante carriera musicale e i successi della Joplin ma anche il profilo più intimo di Janis.
Dietro la maschera della trasgressività c’è un’insicura adolescente di Port Arthur, una “little girl blue” del Texas, che graffiando la vita e urlando al mondo la sua voglia di essere amata, tra note blues e soul, sfide perse e conquiste, ha lottato per cercare in 27 anni di vita il suo posto nel mondo. Quello di una ragazza dalla voce eccezionale che sognava una vita normale.
«A cinque decenni dalla scomparsa, riesaminando la sua breve esistenza, Janis Joplin mi è sembrata una figura emblematica, oltreché dal punto di vista musicale, soprattutto per la sua affascinante sensibilità ed empatica problematicità» – spiega riguardo il percorso compiuto Luca Cecchelli, ideatore dello spettacolo. «Le sue riflessioni, come le sue canzoni, non sono capaci solo di ammiccare a chi ha vissuto quegli anni ma a tutt’oggi lei stessa risulta un’interlocutrice attualissima per le nuove generazioni, che spesso ne conoscono purtroppo a malapena il nome o qualche melodia».
Da questa intuizione è nato il progetto di una pièce che consente, nel racconto della sua breve e folgorante esperienza di arte e di vita, di affrontare temi estremante attuali nonché vicini ai più giovani, in un percorso in realtà comune a più di quanti si possa immaginare: dal bullismo esercitato o subìto al desiderio di libertà, dalla nostalgia per la famiglia e i suoi affetti alla voglia di amore vero, dalla confusione nella trasgressione fino alla perdita nelle dipendenze. Provocatoria quanto vittima di disagi, tra malinconie e voglie di riscatto, conformismo e orgoglio della propria diversità, «Janis Joplin è un simbolo del passaggio che porta dalle criticità dell’adolescenza alla conquista di valori maturi, status che non a caso ha spesso trovato nel rock lo strumento privilegiato per descrivere ed esprimere queste emozioni e contenuti».
Da queste considerazioni ha preso forma uno spettacolo rivolto a più generazioni. Aggiunge Cecchelli: «Pur celebrandola, l’obbiettivo è stato quello di smontare in una certa misura un mito legato principalmente a vizi ed eccessi, riconsegnando il profilo più umano e complesso di una donna alla ricerca della propria identità artistica e sessuale, vittima dei bulli e in contrasto con i principi maschilisti e razzisti del suo tempo, tanto desiderosa di emanciparsi quanto perennemente alla ricerca dell’approvazione della famiglia».
Una riflessione sullo straordinario talento di una teenager dalla voce inarrivabile che porta inevitabilmente a meditare anche su tematiche quali il rapporto tra la propria essenza e ciò che il successo vuole farti diventare, così come il vero senso dell’“interpretazione di un personaggio” di fronte ad un pubblico. Si compone in questo modo il quadro di questa Little girl blue (perfetto titolo di una sua canzone) che, sempre in bilico tra rischio e desiderio, continua a rappresentare un emblema per ogni gioventù.
«Nell’era 2.0 si possono sicuramente trovare informazioni su Janis Joplin – conclude Cecchelli – come capitolo della storia del rock, mito musicale della controcultura anni ’60 o esponente del club dei 27 insieme a Jimi Hendrix, Jim Morrison e Amy Winehouse. In questo racconto teatrale però si può avere occasione di conoscerne più da vicino il lato personale e soprattutto poetico, più che documentaristico. Mi auguro per gli spettatori usciti dalla sala che non solo (ri)scoprano la Joplin, attraverso le tappe più appassionanti e le più belle canzoni della sua carriera ma che possano legare più nettamente anche un volto e una vicenda ad un nome. Il nome di una giovane inquieta spesso oscurata dal mito. E invitare i giovani spettatori a riflettere insieme sui suoi “perché”, forse molto vicini anche ai loro. Anche se magari non espressi con altrettanta voce».
“I’m gonna show you baby, that a woman can be tough […]
Take another little piece of my heart, you know you got it if it makes you feel good”
JANIS – “Take another little piece of my heart”
Ideazione: Luca Cecchelli
Testo, video e regia: Davide Del Grosso
Luci: Marco Zennaro
In scena: Marta Mungo e Davide Del Grosso
Direttore di produzione: Franco Spadavecchia
Produzione Teatro del Buratto
Lo spettacolo sarà in scena per delle anteprime su invito e su prenotazione, il 1, 2 e 3 ottobre 2020, h.21,00
Teatro Bruno Munari via Giovanni Bovio, 5 Milano
Posto unico € 10,00
Info e prenotazioni: prenotazioni @teatrodelburatto.it – tel. 0227002476 – www.teatrodelburatto.it