Teatro Regio: concerto diretto da Antonello Manacorda, con la partecipazione straordinaria di Andrea Lucchesini

Domani, Giovedì 25 marzo alle ore 20 sul sito del Teatro Regio l’appuntamento è con il Concerto diretto da Antonello Manacorda per i Giovedì del Regio. Il programma è tutto dedicato a Ludwig van Beethoven, con l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio, quest’ultimo istruito da Andrea Secchi, e con la partecipazione straordinaria del maestro Andrea Lucchesini.

Si inizia con l’ouverture da Coriolano in do minore op. 62 e chiude il concerto la Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92; nella parte centrale, la Fantasia corale in do minore per pianoforte, soli, coro e orchestra op. 80: al pianoforte il maestro Andrea Lucchesini, solisti: Ashley Milanese e Laura Lanfranchi (soprani), Roberta Garelli (contralto), Bogdan Volkov e Alejandro Escobar (tenori) e Davide Motta Fré (basso).

Sul podio dell’Orchestra e Coro del Regio sale Antonello Manacorda: nato a Torino in una famiglia italo-francese e formatosi ad Amsterdam, è di casa a Berlino ed è Direttore Principale della Kammerakademie di Potsdam dal 2010, oltre che Direttore ospite presso prestigiose orchestre quali: Wiener Symphoniker, NDR, SWR, Hr-Sinfonieorchester, Mozarteum, Capitole de Toulouse, BBC, Munchner Philarmoniker e Accademia di Santa Cecilia. Si esibisce regolarmente alla Philharmonie Berlin con la Kammerakademie Potsdam e con la NDR di Amburgo. Molto attivo anche in campo operistico, dirige regolarmente alla Fenice di Venezia, al Theater an der Wien, alla Komische Oper di Berlino, al Festival di Glyndebourne, al Théâtre de la Monnaie di Bruxelles e alla Royal Opera House. Antonello Manacorda è stato tra i fondatori della Mahler Chamber Orchestra, nata su iniziativa di Claudio Abbado, di cui è stato anche Vicepresidente e violino di spalla per otto anni.

L’Ouverture del Coriolano è una pagina di straordinaria forza drammatica, scritta da Beethoven nei primi mesi del 1807, nel pieno flusso creativo della Quinta Sinfonia e fu definita da E.T.A. Hoffmann «una costruzione di grande arte, seppure con elementi estremamente semplici». Semplice è la trama di riferimento, la vicenda di Gneo Marzio Coriolano, in bilico tra l’orgoglio ferito del giovane patrizio romano che, privato del consolato, decide di condurre i Volsci contro la sua stessa Roma, e l’insito amor patrio, corroborato dall’amore materno di Veturia che lo supplica di tornare sui suoi passi. Lo scontro dei due sentimenti è illustrato dai due temi in stretto confronto: all’irrequietudine incalzante del primo tema si contrappone il nobile lirismo, soavemente supplichevole, del secondo tema.

La Fantasia corale per pianoforte, soli, coro e orchestra, venne composta da Beethoven nel 1808 e vide la sua prima esecuzione il 22 dicembre dello stesso anno, insieme alla Quinta e alla Sesta Sinfonia, al Theater an der Wien: al pianoforte sedeva lo stesso compositore. Sappiamo che Beethoven pensava di musicare l’ode An die Freude già nel corso degli anni giovanili di Bonn; il progetto avrebbe trovato realizzazione solo molti anni più tardi, con il finale corale della Nona Sinfonia. In questo senso, la Fantasia corale può essere letta come una sorta di “prequel” della Nona, non solo perché il tema del coro finale ricorda la melodia della gioia, ma anche perché il testo composto dal poeta Christoph Kuffner è teso a magnificare la bellezza della vita, l’armonia con il tutto, la pace e luce interiore di cui godono le anime belle, intrise di arte. Il canto si chiude in una apoteosi finale che sembra davvero un preludio all’Ode alla gioia della Nona Sinfonia.