Lo scorso 27 ottobre 2021, nella sede di New Old Camera di Ryuichi Watanabe a Milano, si è tenuta la prima presentazione ufficiale del libro “GENTE MIA” di Gianfranco Jannuzzo, curato da Angelo Pitrone ed edito da Medinova di Antonio Liotta, entrambi presenti e interventuti per spiegare il perchè del loro interesse alle fotografie di Januzzo e della loro condivisione al progetto che ha dato vita alla pubblicazione del libro fotografico.
Tra il numeroso pubblico presente, oltre ad alcuni giornalisti, tanti amici, tra i quali l’ex ministro Angelino Alfano e il direttore del Teatro Manzoni di Milano Alessandro Arnone, ma anche diversi fotografi famosi, tra cui Ferdinando Scianna.
Gianfranco Jannuzzo è noto ai più per essere un eclettico attore, che si è formato alla scuola di Gigi Proietti, con una brillante carriera nel corso della quale ha portato in scena tanti personaggi, interpretati sempre in modo eccellente, ma soprattutto si è sempre distinto per la sua innata eleganza, che lo rende unico ed inimitabile con il suo pregio di riuscire sempre a trovare un rapporto con la gente.
Negli ultimi anni, chi lo segue sui social, ha cominciato ad apprezzarlo anche come fotografo, attraverso diverse foto che proponeva, quasi sempre in bianco e nero. Ma la passione per la fotografia non è una cosa nuova per Jannuzzo, perchè era nata già nell’adolescenza e poi coltivata in maniera discreta nel corso della sua vita, anche nell’ambito teatrale, catturando immagini inedite dietro le quinte e nei camerini.
Il suo amore più grande però è sempre stato per la sua Girgenti, così si chiamava Agrigento prima del 1927. In quella città è nato e cresciuto fino a quando aveva docici anni e poi si trasferì a Roma. Al padre, che aveva riunito la famiglia per chiedere se erano daccordo al trasferimento, aveva fatto promettere, in cambio del suo si, che sarebbero ritornati ogni anno. Così è stato ed anno, dopo anno e anche più volte in un anno, attratto da una inesauribile nostalgia, è sempre tornato nei luoghi dove ha lasciato il suo cuore. Mai si è spento fino ad ora questo bisogno, mentre invece la sua malinconia continua, suscitata da un amore viscerale verso la sua città, come se fosse una donna di cui si è innamorati.
Questo trasporto amoroso verso la sua Girgenti, Gianfranco Jannuzzo lo racconta anche nel suo spettacolo “Girgenti amore mio“, che per anni ha portato in moltissimi teatri italiani, dalle Alpi alla Sicilia, riscuotendo sempre un grande successo, perchè il pubblico, nonostante qualche difficoltà per alcune espressioni dialettali siciliane, riusciva ad immedesimarsi e ritrovare lo stesso affetto per la terra delle proprie origini.
Queste sono le premesse che hanno dato vita a questo libro: meno di 200 pagine, strutturate in due parti, la prima circa 30 pagine, tra cui l’encomiabile prefazione di Angelo Pitrone, seguita dalla narrazione e dai vari e interessanti aneddoti in cui l’autore, Gianfranco Jannuzzo, spiega il contesto culturale e ambientale dove sono nate le foto contenute nel suo libro. La seconda parte è composta da oltre cento fotografie, senza un rigoroso ordine cronologico, ma da ognuna di loro affiora la malinconia dell’autore e arriva dritta al cuore di chi le guarda.
Di queste foto, una parte sono scatti risalenti a oltre quarant’anni fa e altre dal 2018 al 2020 quando, Jannuzzo, decise di ripercorrere le stesse strade e cercare le stesse case e i visi di allora, ritrovando dei bambini ora divenuti adulti. In tanti si sono riconosciuti e, dopo una prima diffidenza, si sono poi concessi con generosità all’obiettivo dell’appassionato fotografo, di cui conoscevano le origini e la famiglia. Purtroppo tante cose, dopo quaratanni, erano sparite ma era rimasta intatta la sua autenticità e l’atmosfera di una volta, dove ognuno può riconoscere la sua città, che non deve essere, necessariamente, Agrigento.
Mentre gli occhi scorrono le immagini, rigorosamente in bianco e nero, ognuna di loro suscita emozioni e poesia, lasciando trasparire tutta la sensibilità e il pudore che ha animato il suo autore al momento di cogliere quell’attimo. E, come dice il famoso fotografo Ferdinando Scianna, presente alla presentazione: “Le fotografie non restituiscono ‘ciò che è stato’ piuttosto ripropongono, in una sorta di lancinante presente, ciò che non è più“.
E’ così che è stato fermato il tempo nei volti dei bambini, delle donne sedute sull’uscio di casa, come era in uso fare allora e in qualche quartiere ancora adesso, a ancora nei volti di donne e uomini segnati dal tempo e dal sole di quelle latitudini, artigiani nelle loro botteghe, oppure il venditore di fichi d’india, quasi assopito in attesa dei suoi clienti.
Nel corso della conferenza Gianfranco Jannuzzo più volte ha posto l’enfasi sulla sua passione per la foto, che in gioventù aveva accantonato per l’altra sua grande passione che è quella di recitare. Dal suo modo di rendere partecipi gli altri della sua passione è evidente che per lui è un esigenza nata dalla sua voglia di comunicare quello che vede e sente dentro di se. Tutto ciò viene fuori e diventa concretezza attraverso le sue foto, che lui ci tiene a precisare sono tutte concesse e mai rubate e, per ognuna di loro c’è una storia da raccontare. La più commovente è quella di Zu’ Giullà, un fruttivendolo, che andava in giro per le strade di Girgenti con un carretto trainato da un mulo. Quando il suo mulo morì, non rinunciò al suo carretto ma egli stesso lo trainava continuando a vendere i suoi prodotti: anche se avrebbe potuto smettere, non lo fece perchè quella era la sua vita e non poteva farne a meno. I ragazzini, che fino ad allora lo avevano preso in giro, si commossero e inziarono ad aiutarlo a spingere il carretto. Ed è inevitabile ritrovare in questi tratti le novelle di Pirandello.
Ora, per quanto ci si possa sforzare, è impossibile restituire le emozioni che suscitano le fotografie di qesto libro e per questo che, chi vuole provarle e saperne di più, deve incamminarsi in questo percorso e, come in un viaggio incontrerà la “Gente”, che è la “Gente” di ognuno di noi.
Gianfranco Jannuzzo nel suo libro ha voluto raccontare il suo amore e i sentimenti provati per la sua terra, ma anche noi possiamo trasporli ai sentimenti provati per la nostra terra.
Dopo questa prima, il libro sarà presentato a Roma, Palermo e Agrigento e in seguito in altre città in via definizione. Ma se volete acquistare il libro, al momento è possibile farlo presso la New Old Camera di viale San Michele del Carso 4 di Milano, oppure sulla piattaforma Amazon, ma presto sarà messo in distribuzione anche sul circuito mondadori.
GENTE MIA
di Gianfranco Jannuzzo
a cura di Angelo Pitrone
Edizione Medinova
Copertina rigida
Prezzo euro 28.00
ISBN 979-12-80140-09-8
Pag. 190
Nota:
L’immagine in evidenza è tratta dall’invito dell’evento
Le rimanenti immagini sono a cura della redazione
Sebastiano Di Mauro nasce ad Acireale (CT) nel 1954 dove ha vissuto fino a circa 18 anni. Dopo si trasferisce, per brevi periodi, prima a Roma, poi a Piacenza e infine a Milano dove vive, ininterrottamente dal 1974. Ha lavorato per lunghi anni alle dipendenze dello Stato. Nel 2006, per strane coincidenze, decide di dedicarsi al giornalismo online occupandosi prima di una redazione a Como e successivamente a Milano e Genova, coordinando diverse redazioni nazionali. Attualmente ha l’incarico di caporedattore di questa testata e coordina anche le altre testate del Gruppo MWG e i vari collaboratori sul territorio nazionale.