Il Teatro Franco Parenti mette in scena, fino al 20 febbraio, nell’intima sala AcomeA “Smarrimento”, scritto e diretto da Lucia Calamaro e con Lucia Mascino. Un monologo che sancisce il connubio tra due apprezzati talenti del panorama artistico italiano, Calamaro, drammaturga e scrittrice e Mascino, attrice di cinema, teatro e televisione.
Per altre notizie sullo spettacolo, orari e prezzi vedi il nostro articolo di presentazione.
LA RECENSIONE:
Lucia Mascino veste i panni di una scrittrice e due personaggi, protagonisti dei suoi romanzi. La scrittrice è in preda al blocco dello scrittore che inganna il tempo con conferenze e chiacchierate con il suo pubblico, incentrate su vecchi romanzi, le uniche certezze ormai rimaste. I due personaggi, Anna e Paolo, marito e moglie, sono due anime appena accennate, fragili, opposte e ancora in bozza che danno voce alle proprie insicurezze e incertezze.
Anna e Paolo, così come l’autrice, si alternano sul palco, dando vita ad un flusso di coscienza intimo, esistenziale incentrato sugli inizi che non si evolvono e non prendono forma, nella mente come nella realtà, pagine bianche che incutono timori e blocchi. Esistenze spesso intrappolate nella routine quotidiana, distanti tra di loro con un dolore soffocato e non ben collocato.
In scena nessun colore, gli abiti, i tessuti e i vestiti indossano un unico colore: il bianco. Bianco come le pagine non scritte, come le vite mai compiute, come gli inizi che non hanno fine. Il bianco che è il colore degli inizi ma anche delle mille possibilità. Ed è proprio in questo smarrimento, nella paura di scegliere che si ricomincia.
“Smarrimento” è un elogio al ricominciare, alla quiete dopo la tempesta esistenziale, alla tela bianca su cui, se non si può continuare, si può sempre ricominciare. Un monologo che entra nell’animo di ognuno con leggera drammaticità contornato da momenti di catartica comicità.