Gabriele Lavia ritorna allo Strehler di Milano, sia calcando il palcoscenico del Piccolo, sia portando in scena la sua regia, quella de Un curioso Accidente di Carlo Goldoni, che sarà in scena fino al 6 dicembre 2023.
Per altre informazioni sullo spettacolo vedi il nostro articolo di presentazione.
LA RECENSIONE:
La regia è ricca di allegrezza, di colpi di scena, di personaggi divertenti. I loro movimenti fisici disegnano i caratteri, sulla scia di un’antica commedia dell’arte che, come ben sappiamo, Carlo Goldoni riforma con nuove scelte come l’assenza di maschere e la creazione dei primi profili psicologici.
Lo spettacolo inizia e gli attori, in gruppo, portano con sé la musica. La scelta della musica, cosa che Goldoni aveva eliminato nella sua Riforma Teatrale, si sposa invece perfettamente con le nostre necessità di pubblico, con un nuovo teatro che vede l’attore anche come un performer, con un’energia che viene alimentata e creata dalle voci degli attori e dal loro entusiasmo.
Gabriele Lavia ci mostra una regia divertente, audace, capace di intrattenere un pubblico attento a lui, grande attore storico, ma anche a tutto il gruppo di giovani attori; questi sono ricchi di risorse e han saputo proiettare l’immagine dei personaggi attraverso la lettura del loro corpi. Alcuni con sfarfallanti movimenti leggiadri da veri innamorati, altri con andature più sentite, altri ancora con una fisicità completamente stramba.
La storia è quella del Curioso Accidente di Carlo Goldoni, definito dall’autore come “un fatto vero, verissimo, accaduto, non molto tempo fa, in Olanda“. La vicenda narra di Filiberto, ricco mercante olandese, che ospita in casa propria un ufficiale ferito in guerra, Monsieur de la Cotterie; il giovane francese e squattrinato s’innamora della di lui figlia Giannina, la quale ricambierà l’amore. Volenterosi di viversi questo loro sentimento e, nel contempo, terrorizzati nel dover confessare questo al padre, i due giovani si troveranno a dover affrontare verità e menzogne ed inauditi equivoci, lungo le vicende parallele dei rispettivi servi e degli echi dei disaccordi.
La scenografia porta in primo piano un telo rosso, quello del palcoscenico, come se i personaggi fossero, a volte, essi stessi gli spettatori della loro commedia. Vediamo anche uno specchio da camerino, contornato di luci attive, oggetto che riflette la verità dei personaggi e che, ancora una volta, richiama la creazione artistica e la finzione.
Sul palco, sono posti alcune sedie: spettatori direttamente sul palcoscenico, coinvolti durante la rappresentazione, scelta che richiama il ricordo di Fo e delle sue scelte interattive verso il pubblico.
Durante lo svolgimento degli atti gli attori si mescolano con la platea, distruggendo quella barriera che a volte si crea in teatro, e rendendo tutto lo spazio teatrale comprensivo della commedia.
Per tutto quanto detto fin qui “Un curioso Accidente” di Carlo Goldoni è assolutamente da vedere: scalda il cuore, fa gioire ma fa anche riflettere, ci mostra un Gabriele Lavia sempre forte di se stesso, ci dona un capolavoro di creazione artistica dove è importante poter finalmente osservare la collaborazione fra la vecchia e la nuova generazione teatrale, quel ricambio generazionale accompagnato dalla carezza di chi ha fatto la storia del teatro.
Crediti foto di Tommaso Le Pera