Recensione di Lapponia: uno scontro di culture tra verità e bugie che diverte e fa riflettere

Lapponia è una commedia che invita a riflettere sull’equilibrio tra verità e illusione, una storia ambientata nella magica cornice della Lapponia, tra neve e mistero, dove Babbo Natale è tanto atteso quanto messo in dubbio. Ha debuttato all’EcoTeatro di Milano lo scorso venerdì 8 novembre e replicherà fino al 14 novembre.

Per altre info sullo spettacolo e sulla tournée, vedi l’articolo di presentazione.

RECENSIONE:
Monica (interpretata dalla passionale Miriam Mesturino), Fabio (interpretato da Sergio Muniz), Silvia (Cristina Chinaglia) e Olavi (interpretato da Sebastiano Gavasso) danno vita a una narrazione che mette in crisi il concetto di verità. Quando la piccola Aina rivela a Giuliano (i bambini non sono in scena, ma si sentono solo le voci) che Babbo Natale non esiste, si accende una discussione tra gli adulti che li costringe a confrontarsi con i loro valori, le tradizioni culturali e le rispettive maschere sociali.


La bravura del cast è uno degli elementi chiave dello spettacolo. Miriam Mesturino domina la scena nel ruolo di Monica, con una presenza scenica avvolgente e intensa, resa ancora più suggestiva dal suo abito rosso. Accanto a lei, Sergio Muniz nei panni del pacato Fabio rappresenta una figura rassicurante e misurata, che si amalgama perfettamente con l’energia della moglie. La coppia formata da Cristina Chinaglia e Sebastiano Gavasso è altrettanto credibile: Chinaglia interpreta con naturalezza Silvia, la sorella italiana trapiantata in Finlandia, mentre Gavasso dona a Olavi un’aria di pacata serenità, che nasconde una profonda introspezione.

Lapponia non è solo una commedia, ma un vero e proprio specchio per lo spettatore, che si ritrova a fare i conti con le proprie convinzioni. Le maschere di tolleranza e buona creanza si sgretolano, portando a galla emozioni e pensieri inconfessabili. Il dilemma al centro della storia — è giusto svelare la verità o lasciare spazio alla magia?è universale, e la commedia lo esplora con ironia e profondità, grazie anche alla sceneggiatura dall’umorismo pungente.


La scenografia
che si trova all’apertura del sipario e dove si svolgeranno tutte scene della commedia, trasportano gli spettatori in un’atmosfera magica, capace di essere suggestiva e immersiva, che ben si adatta al clima nordico della storia. Ogni dettaglio è studiato per evocare il calore e l’intimità tipici delle abitazioni lappone, dalle pareti in legno chiaro ai piccoli arredi, contribuendo a rendere palpabile l’atmosfera natalizia.

Uno degli elementi più affascinanti della scenografia è la grande vetrata che domina la scena, permettendo ai personaggi e agli spettatori di ammirare uno spettacolare panorama innevato. La finestra si apre su una distesa bianca e infinita, una vista che amplifica il senso di isolamento e tranquillità, ma anche di mistero. La vetrata, simbolo di apertura verso l’esterno, diventa un punto di osservazione delle dinamiche familiari, dove le verità celate iniziano a svelarsi, riflettendo i contrasti tra la calma apparente della neve e le tensioni nascoste che prendono vita,  alludendo a tutti i non detti e i segreti che si celano sotto la superficie della vita familiare.  Sul finale la vetrata sarà il punto di osservazione della tanto attesa aurora boreale, che riporterà la magia al centro dell’attenzione.


Lapponia
è dunque una commedia che sa coinvolgere e divertire
, con interpretazioni che fanno risaltare la complessità dei personaggi e offrono uno sguardo sincero e critico sulla famiglia e le tradizioni. La qualità della recitazione e la dinamica fra gli attori rendono lo spettacolo un successo di emozioni e risate, perfetto per chi cerca una storia in grado di far riflettere sul valore delle piccole bugie e delle illusioni necessarie.

Il pubblico applaude convitamente a fine spettacolo i quattro attori che si schierano sul proscenio per ringraziare.

Credito Foto di Maria Letizia Avato
Video di Redazione