Le Associazioni dei Consumatori Adiconsum, Adusbef, Assoutenti, Casa del Consumatore, Codici, Confconsumatori, CTCU, Movimento Consumatori e Udicon hanno avanzato una richiesta di incontro al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. L’obiettivo è discutere l’attuale gestione delle azioni collettive e delle spese legali, che rischiano di compromettere la tutela dei diritti dei cittadini.
In una nota congiunta, le associazioni hanno evidenziato un preoccupante orientamento giurisprudenziale che tende a scoraggiare l’uso delle azioni di classe. Un caso emblematico è quello del Tribunale delle Imprese di Roma, dove i ricorrenti di un’azione inibitoria contro la costruzione del Ponte sullo Stretto sono stati condannati a spese legali per 240.000 euro. Questo importo è stato definito “punitivo e irragionevole” dalle associazioni, che sottolineano la necessità di un intervento normativo.
Disparità nel calcolo delle spese legali
Secondo le associazioni, vi è una disparità di trattamento nel calcolo delle spese legali: in caso di rigetto si applica il principio del “disputatum”, mentre in caso di soccombenza quello del “decisum”. Questa differenza viola i principi di proporzionalità e adeguatezza, creando un disincentivo per le associazioni a promuovere azioni collettive, nonostante siano riconosciute dall’ordinamento europeo e nazionale come strumenti essenziali per la regolazione del mercato.
Proposta di modifica normativa
Le associazioni chiedono una norma che limiti il rimborso delle spese legali a casi di mala fede o colpa grave da parte del consumatore o delle associazioni. In questo modo, si eviterebbe un rischio eccessivo di soccombenza e si garantirebbe il pieno rispetto dei principi comunitari di tutela dei consumatori.
L’incontro richiesto al Ministro Nordio mira a discutere i correttivi normativi necessari per riportare equità e proporzionalità nella disciplina delle azioni collettive, rafforzando il ruolo delle associazioni nel tutelare i diritti dei cittadini.