Ha debuttato ieri 3 febbraio 2025 con successo, nell’intima Sala tre del Teatro Franco Parenti di Milano, “Con la Carabina”, l’acclamata opera di Pauline Peyrade, diretta da Licia Lanera. Uno spettacolo intenso che affronta temi complessi e profondi, portando in scena una storia di violenza e vendetta, ispirata a un drammatico fatto di cronaca.
A dare vita ai personaggi, nati dalla penna della drammaturga francese, due talentuosi attori: Danilo Giuva ed Ermelinda Nasuto.
Sono previste repliche fino al 12 febbraio 2025.
Altre info sullo spettacolo, date, orari e prezzi nel nostro articolo di presentazione.
LA RECENSIONE
“Lo senti il sapore del metallo in bocca..lo sentii!!??”. Poi uno sparo e il silenzio!
Un dolore sordo, un’angoscia che soffoca, un senso di impotenza che lascia spazio solo al silenzio.
Al centro della vicenda c’è una bambina di 11 anni che la giustizia francese ha considerato consenziente a uno stupro subito da un amico del fratello. Un amico di famiglia, qualcuno che avrebbe dovuto proteggerla. Ma la ferita dell’anima non si rimargina. Crescendo, la ragazza sceglie di farsi giustizia da sola. Non cerca la vendetta, forse. Forse vuole solo costringere il suo carnefice a guardare in faccia l’orrore che le ha inflitto.
La firma registica di Licia Lanera si distingue per la sua capacità di rendere la violenza con l’essenzialità dello spazio e della luce. La scena è ridotta al minimo, quasi fosse un set fotografico: pochi elementi, due fari che modellano le ambientazioni, un’atmosfera claustrofobica che costringe lo spettatore a immergersi completamente nel dolore e nella tensione della storia.
Il pubblico è vicinissimo agli attori, a pochi metri dalle loro espressioni, dai loro gesti. Una scelta che amplifica la sensazione di disagio e coinvolgimento, costringendo gli spettatori a essere testimoni diretti dell’orrore. Il passato e il presente si fondono in una narrazione visiva potente, alternando il luna park e l’interno di una casa, i luoghi simbolo dell’abuso e della resa dei conti.
Sul palco, Danilo Giuva ed Ermelinda Nasuto danno corpo e voce a un confronto estremo, carico di tensione e di emozioni. Ermelinda Nasuto incarna con straziante intensità il dolore di una donna segnata dall’infanzia, trasmettendo un senso di inquietudine e di feroce determinazione. Il suo sguardo e il suo corpo raccontano un trauma mai superato, che esplode in una resa dei conti inevitabile.
Danilo Giuva, nel ruolo del carnefice, riesce a creare un personaggio disturbante e ambiguo, evitando facili stereotipi. La sua presenza scenica è inquietante, sfuggente, eppure tragicamente umana. Il dialogo tra vittima e colpevole è una danza crudele, un duello emotivo che tiene il pubblico con il fiato sospeso.
“Con la carabina” non è solo uno spettacolo teatrale ma è un pugno nello stomaco, un’opera che obbliga a riflettere sulla giustizia, sulla vendetta, sul peso della violenza di genere. La regia essenziale ma penetrante di Licia Lanera e le interpretazioni potenti di Danilo Giuva ed Ermelinda Nasuto creano un’esperienza teatrale intensa, disturbante, impossibile da ignorare.
Ma in questo inferno non ci sono né vincitori, né vinti solo un grande dolore profondo. E poi un colpo secco. E il silenzio.
Un teatro necessario, che non concede vie di fuga e lascia lo spettatore senza fiato.