Prosegue la battaglia giudiziaria sull’autenticità del Guerriero di Capestrano, del Torso Femminile e delle Stele Italiche.
Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) di Pescara ha accolto il ricorso per ottemperanza presentato dal regista Alessio Consorte, confermando l’obbligo per il Ministero della Cultura di fornire la documentazione scientifica sugli esami chimici condotti con la tecnica XRF (fluorescenza ai raggi X), documentazione che il Ministero ha dichiarato di possedere.
La posizione del regista Alessio Consorte
Affiancato dall’avvocato Luca Presutti del Foro di Sulmona, Alessio Consorte ha espresso forti critiche nei confronti del Ministero:
“Ad oggi, il Ministero della Cultura, non possiede la documentazione scientifica che ha dichiarato di possedere e, fatto ancora più grave, non dispone di alcuna analisi scientifica che attesti l’autenticità delle opere in questione. Esistono solo fotocopie di spettri XRF effettuati venti anni fa dal CNR inviati dopo la sentenza, da un ex funzionario oggi in pensione. Per di più, la Direzione Museale ha cercato di giustificare il proprio comportamento utilizzando analisi postume rispetto alla sentenza; tuttavia, non risulta che tali analisi a cura del Centro di Ateneo di Archeologia e Microanalisi (CAAM) dell’Università D’Annunzio dal titolo “ARS”, siano state relazionate da personale iscritto all’Ordine dei Chimici, all’Elenco dei Restauratori o a quello degli Esperti di diagnostica e di scienze e tecnologia applicate ai beni culturali. Inoltre, le misurazioni XRF sono state eseguite con uno strumento obsoleto e, come espressamente ammesso dal Dott. Sericola, effettuate solo parzialmente a causa di problemi tecnico-strumentali”.
La sentenza del TAR di Pescara
La sentenza n. 178 del 2024 aveva già stabilito l’obbligo per il Ministero di consegnare al ricorrente la documentazione relativa agli esami XRF entro 30 giorni. Tuttavia, il Ministero non ha ottemperato alla disposizione, fornendo solo documenti non ufficiali, privi di protocollo e sottoscrizione, con informazioni parziali e nessuna analisi relativa al Torso Femminile e alle Stele Italiche.
Di fronte a questa evidente mancanza, Alessio Consorte ha presentato un nuovo ricorso, chiedendo la nomina di un Commissario ad Acta per garantire l’esecuzione della sentenza. Nella camera di consiglio del 10 gennaio 2025, il TAR ha accolto la richiesta, concedendo al Ministero un ultimo termine di 30 giorni per adempiere agli obblighi previsti.
Se il Ministero non rispetterà questa ulteriore scadenza, verrà nominato un Commissario ad Acta dal Rettore dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti e Pescara, con un ulteriore termine di 30 giorni per l’esecuzione dell’ordine.
Una svolta cruciale per l’autenticità del Guerriero di Capestrano
La decisione del TAR rappresenta un momento fondamentale per il percorso volto a far luce sull’autenticità del Guerriero di Capestrano, simbolo della Regione Abruzzo. L’esito finale potrebbe contribuire a chiarire definitivamente la reale origine delle opere sotto esame, gettando luce su un’importante questione culturale e scientifica.
Si resta in attesa di verificare se il Ministero della Cultura ottempererà entro il termine stabilito o se sarà necessario l’intervento del Commissario ad Acta per far rispettare la decisione del TAR.
Sebastiano Di Mauro nasce ad Acireale (CT) nel 1954 dove ha vissuto fino a circa 18 anni. Dopo si trasferisce, per brevi periodi, prima a Roma, poi a Piacenza e infine a Milano dove vive, ininterrottamente dal 1974. Ha lavorato per lunghi anni alle dipendenze dello Stato. Nel 2006, per strane coincidenze, decide di dedicarsi al giornalismo online occupandosi prima di una redazione a Como e successivamente a Milano e Genova, coordinando diverse redazioni nazionali. Attualmente ha l’incarico di caporedattore di questa testata e coordina anche le altre testate del Gruppo MWG e i vari collaboratori sul territorio nazionale.