Accabadora: una riflessione profonda sulla vita e sulla morte al Teatro Menotti di Milano

Una delle storie più commoventi di Michela Murgia è in scena al Teatro Menotti di Milano fino al 23 marzo, portando il pubblico in un viaggio emozionante e toccante attraverso i temi della morte, dell’amore e della crescita personale. “Accabadora”, adattato dal celebre romanzo dell’autrice sarda, ha preso vita grazie alla regia di Veronica Cruciani e alla straordinaria interpretazione di Anna Della Rosa, che ha saputo rendere il personaggio di Maria un’icona di intensità emotiva e di conflitti interiori.

Per altre info sullo spettacolo, date orari e prezzi, vedi il nostro articolo di presentazione.

La trama dello spettacolo ruota attorno alla figura di Maria, una bambina di sei anni che viene affidata a Bonaria Urrai, una sarta che vive isolata in un paesino sardo e che svolge il delicato ruolo di “accabadora”. Questa figura tradizionale sarda è incaricata di aiutare le persone a morire, accompagnandole nei loro ultimi momenti di vita. Il termine “accabadora” deriva dallo spagnolo “acabar”, che significa “finire” o “uccidere”, e descrive un compito che mescola pietà, misericordia e una profonda conoscenza della sofferenza umana.

Maria cresce all’ombra di Bonaria, che diventa per lei una figura materna ben più attenta e colta rispetto alla madre naturale. La sua ammirazione per la “madre adottiva” cresce nel tempo, fino al giorno in cui Maria scopre la vera natura di Bonaria, una rivelazione che segnerà la sua vita in maniera indelebile. A quel punto, Maria scappa, cercando di allontanarsi dal suo passato, ma è costretta a fare ritorno, anni dopo, al letto di morte di Bonaria, dove dovrà fare i conti con tutto ciò che ha vissuto.

Anna Della Rosa, protagonista assoluta dello spettacolo, ha saputo interpretare Maria con una forza straordinaria. La sua performance è stata un viaggio emotivo che ha lasciato il pubblico senza fiato. Ogni sfumatura del personaggio è stata resa con una delicatezza rara, e la sua capacità di trasmettere il conflitto interiore di Maria, il dolore della scoperta e il tormento del ritorno alle proprie radici, è stata impeccabile. Il suo corpo, la sua voce e i suoi silenzi hanno parlato con una potenza che non ha lasciato scampo all’emotività dello spettatore.

La regia di Veronica Cruciani è stata altrettanto efficace nel mettere in scena questa narrazione densa di significato. La scelta di concentrarsi sui temi universali della vita e della morte, attraverso la prospettiva di una giovane donna che cresce e si confronta con un passato difficile, ha conferito allo spettacolo una profondità unica.

Le scene, essenziali ed evocative, sono riuscite a creare un’atmosfera intensa e coinvolgente, accompagnata da una musica che ha accentuato il dramma e la riflessione sui temi trattati.

“Accabadora” non è solo una storia di morte, ma una riflessione sulla solitudine, sulla maternità, sull’eredità emotiva che ci viene tramandata e sulle scelte che definiscono chi siamo.


Lo spettacolo ci invita a guardare dentro noi stessi, a confrontarci con le nostre paure più intime, e a riflettere sul valore della vita e sull’importanza di affrontare il nostro passato.

Un’esperienza teatrale che merita di essere vissuta.

La combinazione di una storia affascinante e universale, una regia precisa e una performance indimenticabile, ha reso questo spettacolo un momento unico.

Un’occasione per commuoversi e, forse, riflettere anche sul nostro rapporto con la vita e la morte.