Il Guerriero di Capestrano: nominato commissario ad acta per accertare trasparenza nella gestione del patrimonio culturale

Il Guerriero di Capestrano, celebre statua-simbolo dell’identità storica abruzzese, si trova al centro di un acceso dibattito sulla sua autenticità. La vicenda ha sollevato importanti interrogativi sulla trasparenza e la gestione del patrimonio culturale italiano, coinvolgendo anche la documentazione scientifica relativa agli esami XRF (X-ray fluorescence).

La tecnica XRF viene utilizzata per analizzare la composizione chimica dei materiali, uno strumento fondamentale per stabilire l’autenticità dei reperti archeologici. In questo caso, la controversia ruota attorno alla presenza o meno di tale documentazione negli archivi della Soprintendenza.

Per far luce sulla questione, è stata nominata la professoressa Valeria Acconcia come Commissario ad acta, una figura giuridica incaricata di verificare se i documenti XRF siano effettivamente custoditi negli archivi. In caso affermativo, la professoressa Acconcia dovrà rendere questi dati accessibili al regista Consorte, che aveva richiesto tali informazioni come parte delle sue indagini.

Questa nomina arriva dopo un lungo iter giudiziario, culminato nella sentenza del TAR di Pescara che ha sottolineato l’importanza di garantire l’accesso a documenti fondamentali per accertare l’autenticità del Guerriero di Capestrano. La figura del Commissario ad acta si rende necessaria quando un’amministrazione pubblica non ha adempiuto a un obbligo stabilito da una sentenza, come avvenuto in questo caso.

Le verifiche condotte dalla professoressa Acconcia saranno determinanti non solo per la comunità scientifica e storica, ma anche per il pubblico, che riconosce nel Guerriero di Capestrano un simbolo culturale di inestimabile valore. L’esito di questa vicenda potrebbe influenzare il modo in cui il patrimonio culturale italiano viene gestito e tutelato in futuro.